Comune contro Guna, ancora su segnalazione di Torre Guaceto

Il Guna Beach
Nuovo capitolo della guerra tra Torre Guaceto, Comune di Brindisi e Guna Beach. Dopo che, in fase cautelare, il Tar nei giorni scorsi si è espresso favorevolmente rispetto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Nuovo capitolo della guerra tra Torre Guaceto, Comune di Brindisi e Guna Beach. Dopo che, in fase cautelare, il Tar nei giorni scorsi si è espresso favorevolmente rispetto alla la richiesta di sospensiva di un provvedimento che ordinava la rimozione di alcune strutture temporanee ed amovibili, l’ente di piazza Matteotti è tornato all’attacco con una serie di contestazioni inserite all’interno di un’ordinanza a firma del sindaco Riccardo Rossi.


In particolare, si parla di “una situazione di imminente pericolo per la pubblica incolumità”.

Il timore

Tutto questo a causa della presenza di attrezzatura da spiaggia e di un furgone per la somministrazione di alimenti in un’area a rischio allagamenti ma soprattutto di un “impianto elettrico a servizio delle attrezzature funzionali alla somministrazione di alimenti e bevante, non autorizzate e prive di segnalazione certificata di agibilità”.

La denuncia

Tutto è nato, ancora una volta, da una segnalazione inviata dal consorzio di gestione di Torre Guaceto che, dopo avere elencato i vincoli paesaggistici ai quali sarebbe assoggettata l’area (privata, a destinazione agricola, all’esterno del perimetro del parco), evidenzia la presenza di “un bacino naturale temporaneo che raccoglie le acque meteoriche delle aree retrostanti”. Un’area che sarebbe stata sottoposta a “modifiche paesaggistiche e naturali” ma all’interno della quale, soprattutto, le strutture presenti “sono posizionate all’interno di tale bacino e risultano parzialmente immerse nell’acqua”. Questo “comporta un potenziale pericolo per gli avventori, in caso di intense ed improvvise piogge”. La struttura che funge da punto ristoro, si legge ancora, “è necessariamente collegata ad un impianto elettrico” e questo “può rappresentare un ulteriore potenziale pericolo data la presenza di acqua”.

Il titolare

Contestazioni che il proprietario dell’area e gestore dello stabilimento balneare Massimiliano Di Cicco respinge al mittente, annunciando un nuovo ricorso al Tar. «Il Pptr in quell’area non indica la presenza - spiega - di alcun bacino. Non esiste nessun vincolo, nemmeno da parte dell’Autorità di bacino, l’unica titolata a vincolare un’area per il rischio idrico. Non dicessero stupidaggini, non possono inventare vincoli che non esistono. A quelli che ci sono ci dobbiamo adeguare. Ma oltre no, io sono proprietario di questo suolo: basta con le forzature amministrative. Sono quindici anni che ci difendiamo da accuse di ogni tipo e abbiamo sempre vinto: abusi edilizi, questioni paesaggistiche, revoca di licenze. Abbiamo sempre vinto ed al Comune sono perfino state addebitate le spese legali. La presenza del food truck, che ha tutte le certificazioni, è consentita dalla legge per 180 giorni», sottolinea facendo riferimento alla recentissima decisione del Tar, che ha spinto anche il consigliere comunale di Forza Italia Gianluca Quarta ad accusare il Comune di accanimento verso gli imprenditori balneari. «Questa parte del terreno agricolo - prosegue Di Cicco - è leggermente depressa ma l’acqua viene drenata nel sottosuolo. Tra l’altro, l’impianto, collegato ad un gruppo elettrogeno, è dotato di salvavita e, soprattutto, della dichiarazione di conformità. E la struttura è dotata di Piano operativo di sicurezza. Io ringrazio il dottor Ciccolella perché si preoccupa della nostra incolumità ma quest’area va oltre la loro competenza. Qui si configura una vera e propria persecuzione». Non solo. «Due giorni fa - conclude - la commissione di vigilanza sul pubblico spettacolo è stata qui, cinque uffici diversi, tra i quali polizia e vigili del fuoco, hanno dato l’ok dal punto di vista della sicurezza pubblica, oltre che una deroga sui decibel. E ora un’ordinanza dice che c’è un rischio per l’incolumità pubblica? In un’area privata, tra l’altro. Mi pare che ci sia più di qualche contraddizione».

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia