BRINDISI - «Non siamo volontari. Ma lavoratori senza diritti. Per un'ora veniamo pagati poco più di 3 euro. Facciamo turni lunghi al minimo sette ore, esattamente...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La battaglia dell'esercito dei “volontari” che operano sulle ambulanze del territorio va avanti da anni. Solo in pochi sono riusciti ad ottenere l'assunzione: «E' uno scandalo - racconta l'operatore - uno scandalo legalizzato. Simile al lavoro nero» spiega, mostrando la tabella dei turni stampata su foglio bianco. Una griglia che è di fatto una pianificazione mensile, come in azienda. Sono 161 ore al mese per gli assunti. I volontari, si può leggere nelle opportune caselle, ne fanno 200. A volte anche 300: «Non posso mancare, se non in casi di estrema emergenza, perché altrimenti lascio il turno scoperto. Non ho la possibilità di chiedere malattia, ferie. Non esiste nulla. Non esiste lo straordinario, non il bonus per i festivi. Si lavora a Pasqua, Pasquetta. A Natale. La nostra dedizione è massima. Ci mettiamo grande passione. Ma da tempo denunciamo le ingiustizie senza essere ascoltati. Siamo sfruttati».
L'analisi è chiara: le associazioni che prestano servizio in tutto il Brindisino sono 9, in convenzione con la Asl.
In realtà, secondo la persona intervistata, si tratta di un business: «C'è la corsa ad accaparrarsi le convenzioni. Evidentemente è conveniente. L'ultima inchiesta sulle ambulanze impegnate nel servizio 118, quella che c'è stata di recente, ha fatto sì che qualcosa cambiasse. Ora più nessuno destina le ambulanze sostitutive, che devono restare a disposizione per ovviare a qualsiasi inconveniente per i trasporti privati». Sul fronte della “manodopera”, però, sembra rimasto tutto com'era mesi, anni fa: «Per le postazioni medicalizzate è previsto che su un ambulanza ci sia un medico, un infermiere e due soccorritori. Per quelle che non lo sono, invece, solo un autista e un soccorritore. Che spesso sono volontari. All'incirca sono 4 i lavoratori “full-time” per ogni onlus. Poi ci siamo noi, che abbiamo l'1 per cento delle quote delle associazioni e che siamo privi di contratto. Abbiamo una enorme responsabilità, come tutti gli altri. Stiamo lì, notti intere. Anche 12 ore di fila, a correre di emergenza in emergenza. La Asl ha cognizione, volta per volta, nella nostra presenza in turno. Firmiamo le presenze, ci sono gli statini. Ma nessuno interviene. Non ci spettano i contributi, nulla di nulla». Li chiamano angeli del soccorso: «Sì, diamo il massimo. Ed è per questo che il 118 è e resta un'eccellenza a Brindisi, per la qualità del servizio offerto. Ma restiamo pur sempre fantasmi».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia