Destagionalizzazione: è sempre questo l’obiettivo cui il turismo pugliese punta per fare quel salto di qualità che da anni sembra a portata di mano ma che, nei...
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Sul punto, molti degli amministratori locali da Fasano a Torchiarolo, pur riconoscendo la necessità di preservare il paesaggio costiero, chiedono una mediazione alla Regione per non penalizzare oltremodo un comparto che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale: liberare le spiagge dagli ombrelloni durante l’inverno è un conto, smantellare intere strutture è un altro, insomma. Quello degli stabilimenti balneari, però, non è l’unico tema sul quale concentrare l’attenzione, se si mira ad alzare l’asticella dell’offerta turistica locale: dai collegamenti da e per la Puglia, sfruttando al meglio gli aeroporti di Bari e Brindisi e i porti che puntellano le coste, a un sistema organico che funga da collettore per l’organizzazione di eventi culturali ed enogastronomici, sono molti i focus da sviluppare, secondo i protagonisti del settore, per rendere la Puglia una regione turisticamente attraente per un periodo che guardi oltre l’alta stagione, quella che va dalla Pasqua a settembre inoltrato. Aspetto sottolineato da tour operator e da Federalberghi Brindisi che da da tempo insistono sulla creazione di brand attrattivi: «Un aereo in più o in meno che decolla o atterra negli scali pugliesi vuol dire centinaia di presenze o defezioni nelle strutture ricettive e sul nostro territorio» dicono dall’associazione alberghiera. Recentemente, a questo proposito, è arrivato il commento del presidente provinciale di Federalberghi, Pierangelo Argentieri, che ha salutato con soddisfazione l’attivazione della nuova tratta che collega la Puglia a Mosca, segno dell’importanza di cui operatori investono la questione del trasposto civile.
Attorno a questo che dovrebbe essere uno dei perni centrali in un sistema di accoglienza allargato, poi, c’è bisogno una sorta di cabina di regia che faccia del territorio un brand vincente e attrattivo: il progetto Puglia365, il piano strategico regionale del turismo, si pone come obiettivo proprio quello di riempire il calendario pugliese di eventi anche nelle stagioni in cui la Puglia non è in cima alle classifiche di gradimento dei turisti. C’è la necessità, insomma, di fare sistema e di ridurre al minimo gli interlocutori istituzionali cui rivolgersi per avere un sistema organico e coerente, capace di coordinare le varie iniziative e di fornire una sorta di indirizzo comune cui le tante realtà turistiche, pubbliche o private che siano, debbano puntare. A proposito di pubblico e privato, è opinione comune tra gli addetti ai lavori la necessità dell’impegno delle amministrazioni che si dovrebbero attivare, insieme agli operatori del settore, a elaborare progetti vincenti che promuovano le bellezze e le ricchezze del territorio.
Ad esempio, un’idea dall’elevato potenziale è quella del sistema urbano museale pensato a Mesagne tempo addietro: la collaborazione tra la locale Chiesa e il Comune per il godimento di beni e monumenti appartenenti agli uni e agli altri attraverso l’emissione di un ticket speciale che faciliti la fruizione da parte dei visitatori è una di quelle iniziative che meriterebbero di essere approfondite e riproposte. Le joint venture pubblico-privato, quindi, non sono solo possibili ma auspicabili poiché riescono a mettere insieme il legittimo interesse privato con quello pubblico: avere un turismo forte, infatti, è un obiettivo che, se raggiunto, porterebbe dei vantaggi alla collettività poiché il sistema non si ferma alle presenze e alla permanenza ma innesca una serie di circoli virtuosi che fanno sentire il loro influsso anche in altri settori. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia