Eventi, trasporti e cucina
Parola d’ordine: attrarre
i turisti anche in inverno

Eventi, trasporti e cucina Parola d’ordine: attrarre i turisti anche in inverno
3 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Gennaio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 09:07
Destagionalizzazione: è sempre questo l’obiettivo cui il turismo pugliese punta per fare quel salto di qualità che da anni sembra a portata di mano ma che, nei fatti, tarda ad arrivare. Se da un lato, infatti, si lavora per creare nuove opportunità che siano capaci di attrarre quei flussi che ancora sfuggono ai radar del nostro territorio, pieni durante i mesi estivi ma ad andamento variabile nel resto dell’anno, dall’altro alcune soluzioni mirate alla tutela dell’ambiente, la richiesta effettuata dalla Soprintendenza per lo smontaggio dei lidi estivi, nello specifico, destano forte preoccupazione negli operatori del turismo che temono una sorta di “effetto Penelope”, la moglie di Ulisse, che la notte disfaceva la tela che aveva tessuto durante il giorno.
Sul punto, molti degli amministratori locali da Fasano a Torchiarolo, pur riconoscendo la necessità di preservare il paesaggio costiero, chiedono una mediazione alla Regione per non penalizzare oltremodo un comparto che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale: liberare le spiagge dagli ombrelloni durante l’inverno è un conto, smantellare intere strutture è un altro, insomma. Quello degli stabilimenti balneari, però, non è l’unico tema sul quale concentrare l’attenzione, se si mira ad alzare l’asticella dell’offerta turistica locale: dai collegamenti da e per la Puglia, sfruttando al meglio gli aeroporti di Bari e Brindisi e i porti che puntellano le coste, a un sistema organico che funga da collettore per l’organizzazione di eventi culturali ed enogastronomici, sono molti i focus da sviluppare, secondo i protagonisti del settore, per rendere la Puglia una regione turisticamente attraente per un periodo che guardi oltre l’alta stagione, quella che va dalla Pasqua a settembre inoltrato. Aspetto sottolineato da tour operator e da Federalberghi Brindisi che da da tempo insistono sulla creazione di brand attrattivi: «Un aereo in più o in meno che decolla o atterra negli scali pugliesi vuol dire centinaia di presenze o defezioni nelle strutture ricettive e sul nostro territorio» dicono dall’associazione alberghiera. Recentemente, a questo proposito, è arrivato il commento del presidente provinciale di Federalberghi, Pierangelo Argentieri, che ha salutato con soddisfazione l’attivazione della nuova tratta che collega la Puglia a Mosca, segno dell’importanza di cui operatori investono la questione del trasposto civile.
Attorno a questo che dovrebbe essere uno dei perni centrali in un sistema di accoglienza allargato, poi, c’è bisogno una sorta di cabina di regia che faccia del territorio un brand vincente e attrattivo: il progetto Puglia365, il piano strategico regionale del turismo, si pone come obiettivo proprio quello di riempire il calendario pugliese di eventi anche nelle stagioni in cui la Puglia non è in cima alle classifiche di gradimento dei turisti. C’è la necessità, insomma, di fare sistema e di ridurre al minimo gli interlocutori istituzionali cui rivolgersi per avere un sistema organico e coerente, capace di coordinare le varie iniziative e di fornire una sorta di indirizzo comune cui le tante realtà turistiche, pubbliche o private che siano, debbano puntare. A proposito di pubblico e privato, è opinione comune tra gli addetti ai lavori la necessità dell’impegno delle amministrazioni che si dovrebbero attivare, insieme agli operatori del settore, a elaborare progetti vincenti che promuovano le bellezze e le ricchezze del territorio.
 
Ad esempio, un’idea dall’elevato potenziale è quella del sistema urbano museale pensato a Mesagne tempo addietro: la collaborazione tra la locale Chiesa e il Comune per il godimento di beni e monumenti appartenenti agli uni e agli altri attraverso l’emissione di un ticket speciale che faciliti la fruizione da parte dei visitatori è una di quelle iniziative che meriterebbero di essere approfondite e riproposte. Le joint venture pubblico-privato, quindi, non sono solo possibili ma auspicabili poiché riescono a mettere insieme il legittimo interesse privato con quello pubblico: avere un turismo forte, infatti, è un obiettivo che, se raggiunto, porterebbe dei vantaggi alla collettività poiché il sistema non si ferma alle presenze e alla permanenza ma innesca una serie di circoli virtuosi che fanno sentire il loro influsso anche in altri settori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA