È mistero a Erchie dove nei giorni scorsi un cane è stato trovato carbonizzato in periferia. La notizia apparsa in un primo momento sui social ma sconosciuta ai...
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«Black - ha dichiarato Daniele - lo abbiamo accolto in casa di mio padre quando aveva appena 40 giorni e lo abbiamo allevato amorevolmente insieme ad altri esemplari. Era abituato a vivere a contatto con il mondo esterno, stazionava spesso all’esterno della nostra abitazione ma rientrava sempre prima di sera. È successo che, ultimamente, il cane, per due giorni consecutivi, stranamente non ha fatto rientro in casa, per cui ci siamo preoccupati per questa inusuale prolungata assenza. L’altra mattina, uscendo da casa - ha proseguito Daniele - ho avvertito uno strano tanfo proveniente dalle sterpaglie di fronte alla nostra abitazione. Mi sono avvicinato ed ho scoperto i resti completamente carbonizzati del mio pastore abruzzese.
Terrorizzato dalla macabra scoperta ho avvisato i familiari, la mia ragazza e abbiamo provveduto a rimuovere resti della bestia e a bonificare il terreno. Black era un esemplare mite, tranquillo, si faceva volere bene e accarezzare da tutti, mai uno screzio con il vicinato, mai una reazione violenta, era amico di un una cagnetta di piccole dimensioni che ciclicamente inseguiva allontanandosi per qualche ora da vicino casa, era la nostra allegria. Questo evento - ha concluso Daniele - ci ha sconvolti, non abbiamo la più pallida idea su chi possa aver compiuto un gesto così crudele e folle».
Fin qui il racconto del giovane proprietario del peloso a quattro zampe ercolano, ma la vicenda, ha riportato in primo piano i recenti casi di uccisione mediante avvelenamento o a colpi di arma da fuoco di randagi stabilizzati e pienamente integrati nel contesto sociale che si sono verificati nel centro abitato di Erchie negli ultimi 40 giorni. Casi che hanno provocato la pronta reazione del sindaco Giuseppe Margheriti, delle associazioni animaliste, delle volontarie che quotidianamente, con l’aiuto della popolazione assistono un manipolo di randagi che stazionano in piazza ed in altre zone del paese tenuti sotto controllo dal servizio veterinario. Resta comunque il mistero sugli autori di questi efferati gesti di crudeltà condannati dal sindaco «interpretando gli unanimi sentimenti della popolazione ercolana e assicurando tutto l’impegno e la collaborazione con le forze dell’ordine. Non vogliamo assolutamente - ha concluso il primo cittadino - che passi l’idea che Erchie sia un paese che non ama gli amici a quattro zampe».
Arianna Marzo, che coordina l’attività delle volontarie ercolane di alcuni movimenti animalisti, ha dichiarato: «quest’ultimo gravissimo episodio di gratuita crudeltà ci sprona a intensificare la nostra azione a tutela degli amici a quattro zampe. Vigileremo». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia