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Questa mattina, a distanza di 10 anni dall'esplosione di fronte alla scuola “Morvillo Falcone” che l'ha strappata alla vita, è stata ricordata Melissa Bassi, la studentessa 15enne morta il 19 maggio del 2012 nel tragico attentato esplosivo avvenuto a Brindisi e nel quale un'altra decina di persone, quasi tutte studentesse, rimasero ferite, alcune in modo grave. Nella scuola, alla presenza dei genitori della vittima, Massimo e Rita, dei sindaci di Brindisi e Mesagne Riccardo Rossi e Toni Matarrelli, delle autorità scolastiche, la palestra della sua scuola è stata dedicata alla giovane, vittima del gesto sconsiderato e assurdo del 69enne Giovanni Vantaggiato, di Copertino (Lecce), reo confesso, poi condannato all'ergastolo.
La memoria e il dolore
La cerimonia per il decennale si è svolta all'esterno dell'istituto. «Il 19 maggio 2012 è un giorno indelebile nella memoria della nostra comunità - ha detto il primo cittadino di Brindisi - tutti noi ricordiamo cosa stavamo facendo e cosa provammo nell'apprendere che c'era stata un'esplosione davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, che la studentessa Melissa Bassi aveva perso la vita e che c'erano ragazze ferite.
Lo strazio dei genitori
Per Matarrelli, presidente della Provincia e sindaco della città di Melissa, Mesagne, «il dolore di quel 19 maggio 2012 è ancora strazio: il momento dell'esplosione, le ore immediatamente successive alla terribile notizia, l'incredulità mista a rabbia per ciò che era accaduto. Mentre si cercava di capire, provando a mettere insieme i pezzi di una vicenda che da subito era apparsa inconciliabile con qualunque ragione». Dieci anni, dunque, senza Melissa «senza il suo sorriso, senza il futuro che sarebbe potuto essere e che non è stato. Il pensiero, oggi come allora, va a mamma Rita e papà Massimo, un esempio di umanità - ha evidenziato - al quale è difficile affiancare un termine di paragone che abbia un simile corrispettivo di dignità. Massimo e Rita da dieci anni sono orfani di Melissa: questa è un'espressione che in natura non si traduce. Perché per un genitore non è naturale sopravvivere a un figlio, ancor meno a una figlia così giovane. Anche Mesagne da dieci anni è orfana di Melissa e dei sogni che la sua vivace intelligenza avrebbe potuto realizzare. La nostra comunità - ha continuato Matarrelli - è orfana della curiosità con cui illuminava la vita di chi le stava accanto, orfana del suo amore per la sua famiglia, per la conoscenza, per gli animali. Di questa vicenda ci resta tutto il dolore che conosciamo, insieme all'insegnamento dell'amore genitoriale colpito dalla più atroce delle barbarie. L'insegnamento di chi, pur mostrando una ferita che non può richiudersi, ha saputo offrire una prova di compostezza e di coraggio senza eguali. Melissa resterà per sempre nei nostri cuori».
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