«Niente bermuda, perizoma che sbucano dai jeans o magliette scollate. La scuola non è un luogo di vacanza». La circolare diramata nei giorni scorsi dalla...
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«L'intento - spiega la numero uno dell’istituto “Morvillo-Falcone” - è quello di insegnare agli studenti un comportamento e una disciplina che valgono anche al di fuori della scuola, responsabilizzando loro e le famiglie. Ecco perché la circolare vale anche per docenti, personale Ata e genitori».
Una decisione, maturata e non lasciata al caso quella della preside che nel corso di questi anni ha dovuto assistere a situazioni a dir poco piacevoli. Nei giorni scorsi, la preside avrebbe addirittura lasciato sull’uscio del suo ufficio una mamma perché il suo abbigliamento non era consono alla scuola. «Purtroppo molto dipende dalle famiglie - aggiunge la Maci - se non danno il buon esempio come possiamo pensare che i ragazzi capiscano che non è concepibile venire a scuola con una scollatura che ne mette il risalto il décolleté. Ho semplicemente chiesto al genitore di ritornare indossando qualcosa di più consono». Un invito al decoro accettato con qualche mugugno ma che la comunità scolastica del “Morvillo-Falcone” sta rispettando.
E per chi non rispetta le regole? La circolare non chiarisce questo aspetto ma la preside tranquillizza: «Ovviamente non ci sono sanzioni disciplinari perché mi affido al buon senso di chi frequenta l’istituto. Ho chiesto ai docenti di far girare la circolare e di far capire agli studenti che alcuni modi di vestire rischiano di superare i limiti del buon gusto e creano disturbo e imbarazzo nell’ambito della vita comunitaria: in particolare i pantaloni a vita bassa che lasciano scoperte parti del corpo che per buona educazione, nella situazione della vita scolastica, è bene che siano coperte».
Se un tempo la popolazione scolastica del “Morvillo-Falcone” era composta in prevalenza da donne, da qualche anno con il nuovo indirizzo in odontotecnico, non è più così. «Ci sono tanti maschietti e non è opportuno creare situazione che potrebbero prendere una brutta piega».
La circolare della preside Maci richiama la copia protocollata ed appesa in tribunale un paio di anni fa dal presidente Francesco Giardino in cui si leggeva che «per evitare il reiterarsi di situazioni incresciose all'ingresso del Palazzo di Giustizia, si informa che l'ingresso alle aule di tribunale non è consentito alle persone vestite in modo non decoroso». Niente infradito, pantaloncini corti o abiti scollati. Ancora oggi ci pensano i vigilantes all’ingresso del Palazzo di giustizia a far rispettare ad avvocati, magistrati e cittadini il divieto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia