Corruzione e truffa ai danni dell'Asl: il cardiologo torna libero dopo 5 mesi

Ha lasciato gli arresti domiciliari nella sua casa di Brindisi dove era recluso dal 26 ottobre dell’anno scorso il cardiologo Domenico Palmisano

Corruzione e truffa ai danni dell'Asl: il cardiologo torna libero dopo 5 mesi
Ha lasciato gli arresti domiciliari nella sua casa di Brindisi dove era recluso dal 26 ottobre dell’anno scorso il cardiologo Domenico Palmisano, 54 anni, originario di...

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Ha lasciato gli arresti domiciliari nella sua casa di Brindisi dove era recluso dal 26 ottobre dell’anno scorso il cardiologo Domenico Palmisano, 54 anni, originario di Ceglie Messapica. La misura è stata sostituita con l’interdittiva di un anno a svolgere la professione medica in strutture pubbliche e private, disposta ieri dal collegio dei giudici del Tribunale del Riesame di Lecce (presidente Pia Verderosa, a latere Anna Paola Capano ed Antonio Gatto).

Il provvedimento è arrivato al termine dell’udienza a cui hanno preso parte gli avvocati difensori Roberto Cavalera e Vito Epifani, nonché il pubblico ministero Pierpaolo Montinaro nelle vesti di titolare dell’inchiesta e di rappresentante dell’accusa nel processo in corso nel Tribunale di Brindisi per accertare la sussistenza delle accuse di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e di truffa ai danni della Asl. Il Riesame di Lecce ha valutato per la seconda volta la sussistenza dei presupposti per mantenere il cardiologo ai domiciliari. Due volte perché intanto la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la prima ordinanza del Riesame.

L'accusa

Si torna in aula il 15 maggio per valutare l’applicazione degli stent e dei palloncini coronarici negli interventi eseguiti dal dottore Palmisano nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi fra il 2017 ed il 2020. Un passaggio chiave per stabilire se è vero che abbia impiegato un numero eccessivo di dispositivi, come sostennero due colleghi di reparto mentre il primario ricordò che Domenico Palmisano effettuava un numero di interventi molto più elevato rispetto agli altri.
Inoltre il medico si sta difendendo dall’accusa di truffa all’Asl parte civile nel processo) perché si sarebbe assentato dal posto di lavoro, senza una giustificazione, 156 ore e 34 minuti in quei 78 giorni dal 9 luglio del 2020 al 18 gennaio dell’anno scorso.


Il processo vuole verificare l’impianto accusatorio dell’inchiesta condotta dalla Procura con i carabinieri del Nas. Per la verità processuale occorrerà attendere il pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio, fino a quel momento resta valida la presunzione di non colpevolezza per tutti gli imputati.

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Quotidiano Di Puglia