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Senza una presenza costante, come quella del bar e di chi lo gestisce, cala Materdomini rischia di trasformarsi in una discarica. La speranza dell’amministrazione, quindi, è che l’attività riapra al più presto, dopo avere risolto i problemi relativi ad alcuni interventi realizzati senza le dovute autorizzazioni.
«Cala Materdomini - dice il vice sindaco e assessore all’Urbanistica di Brindisi Massimiliano Oggiano - riaprirà al più presto. L’area sequestrata è stata restituita ai gestori per il ripristino dello stato dei luoghi. Un passaggio che è a carico del privato, come è stato evidenziato da apposita nota da parte dell’ufficio competente. Detto questo, l’approccio deve essere di maggiore dialogo col gestore privato, che ha investito risorse su quella zona che dovrebbe rappresentare, e rappresenta, un fiore all’occhiello per i liberi fruitori ma anche per chi decide di utilizzare le strutture in concessione ed i servizi offerti dal privato, grazie ai quali l’anno scorso c’è stato un boom di presenze».
L’amministrazione è consapevole degli attuali problemi, per questo auspica un rapido ritorno dei privati, con i quali intende avviare un rapporto di maggiore dialogo rispetto a quanto avvenuto in precedenza. «Purtroppo - sottolinea infatti il vice sindaco - in questi giorni l’area non è un bel vedere.
La questione dei presunti abusi edilizi contestati dalla sezione navale della Guardia di finanza si trascina ormai da diversi mesi. Alla fine dello scorso mese di maggio, i gestori hanno ottenuto il dissequestro. La pavimentazione che avrebbe avuto lo scopo di facilitare l’accesso al mare, bloccare la polvere alzata dai venti dei quadranti da Sud, Sud-Est, era stata sequestrata a marzo poiché priva di titolo autorizzativo: trattandosi di una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, infatti, sarebbe stato necessario seguire una procedura lunga e laboriosa. Lo stato dei luoghi sarà dunque ripristinato e, verosimilmente, in un futuro prossimo il gestore potrebbe presentare richiesta e seguire tutta la trafila necessaria per realizzare quella pavimentazione.
Ma c’è un altro problema che resta in piedi e che sembra decisamente più difficile da superare, come spiegato appena qualche mese fa dall’allora assessore agli Affari legali Mauro Masiello: la realizzazione, da parte degli operai della ditta che ha lavorato per il Comune, di una parte della struttura su area demaniale. Per il momento, l’unica soluzione sembra quella di non svolgere alcuna attività economica in quell’area. «La gente - aveva spiegato Masiello - si può sedere, può passare. L’unica cosa che non si può fare su quei cinque metri lineari è attività commerciale. Si sta comunque cercando di trovare una soluzione definitiva chiedendo un’apposita concessione al Demanio. Noi, infatti, su quell’area abbiamo una concessione a titolo gratuito mentre, a nostra volta, abbiamo concesso le aree di proprietà comunale».
La - breve - storia di Seaty Beach è stata segnata fin dall’inizio da opere realizzate senza permessi. Poco più di un anno fa la dirigente del settore Urbanistica del Comune di Brindisi, l’architetto Marina Carrozzo, emise un’ordinanza di sospensione dei lavori per difformità rispetto al progetto dell’agosto 2021. Erano stati realizzati infatti una recinzione in canne lunga 70 metri e alta 2.20 per separare l’area ristorante-bar dalla strada ed un prato verde sintetico al posto della ghiaia con sei gazebo in legno, con un porticato che aveva lasciato pensare alla creazione di un solarium a pagamento.
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