BRINDISI - Tirate le somme sul giro di presunte strizzatine d'occhio, assenze dal lavoro e telefonate dal cellulare di servizio che coinvolge un gruppo di appartenenti al...
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Ed è così che, con qualche correzione “per eccesso” agli addebiti originari, è partita la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 9 persone, 5 dei quali in divisa, per ipotesi di reato che spaziano dal peculato alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Ci sono poi a vario titolo anche l'abuso d'ufficio, i reati ambientali, la rivelazione del segreto d'ufficio, il falso ideologico, e la truffa aggravata in danno dello Stato. Oltre a Gianfranco Asciano, di Carovigno, figurano nell'elenco i fratelli Giovanni e Massimo Rosselli, di Ostuni, anch'essi forestali (il primo comandante di stazione difeso da Mario Guagliani) e i colleghi Domenico Galati e Giovanni Bray, di Surano e Martignano. Infine gli imprenditori Vittorio, Ivan e Antonio Greco, di Brindisi e Giuseppe Caputo, di Tuturano. Sono assistiti dagli avvocati Vito Epifani, Augusto Conte, Federico Massa, Luigi Corvaglia, Oreste Nastari e Gianvito Lillo. Sei in tutto furono gli arresti eseguiti su ordinanza di custodia cautelare il 9 novembre scorso. La misura cautelare per alcuni dei forestali, è stata poi sostituita dal Tribunale del Riesame con una misura interdittiva della sospensione dal servizio. Gianni Rosselli e Giovanni Bray sono invece tornati in libertà.
L'udienza preliminare per tutti è fissata per il prossimo luglio dinanzi al gup Maurizio Saso. Rilevante nel tracciare una ricostruzione precisa dei fatti è stata per l'accusa la confessione di Asciano, che dopo aver scelto il silenzio nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ha deciso di parlare davanti al sostituto procuratore titolare del fascicolo che è ora del tutto convinto che ci siano gli elementi perché il proprio teorema possa reggrere a dibattimento. Ai difensori la scelta, eventuale, di ricorrere a riti alternativi.
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Quotidiano Di Puglia