Una pioggia di cartelle esattoriali per passi carrabili dei quali nessuno conosceva l’esistenza o meglio dei quali nessuno era consapevole. È accaduto in zona...
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I proprietari delle abitazioni, infatti, sono rimasti interdetti quando hanno ricevuto le cartelle esattoriali, ritenendo che prima di ricevere una qualsiasi richiesta di pagamento, avrebbero dovuto presentare la domanda per il riconoscimento del passo carrabile.
Le cose tuttavia, fanno sapere da Abaco, non stanno esattamente così. Come qualsiasi occupazione di suolo pubblico, infatti, anche quella relativa ai passi carrabili deve essere “controbilanciata” da un pagamento nei confronti della pubblica amministrazione.
In questo caso, basta l’interruzione di un marciapiede per consentire l’uscita delle auto da un cancello condominiale o una qualsiasi modifica del piano stradale per configurare una occupazione di suolo pubblico e, di conseguenza, l’obbligo al pagamento di una tassa. Quando il marciapiede è interrotto per realizzare un accesso privato, occupando suolo pubblico, si è infatti tenuti a pagare la Tosap, ovvero proprio la tassa per l’occupazione di suolo pubblico.
Non bisogna confondere, infatti, i procedimenti amministrativi denominati “Passo carrabile” (ad esempio la richiesta di passo carrabile o la sua regolarizzazione), con il tributo correlato, solitamente espresso in euro per metro lineare, commisurati alla larghezza dell’entrata e dell’uscita, se insistono su pubblica via.
Il cartello “Passo carrabile”, sta a significare, di solito, che si tratta si un passo carrabile in regola - tanto che è evidenziato anche il numero del provvedimento autorizzativo - e che di fronte a quel manufatto vige il divieto di sosta.
In questo caso, l’Abaco ha effettuato alcune verifiche ed ha evidenziato degli elementi grazie ai quali sostiene vi sia occupazione di suolo pubblico, che richiede di conseguenza il pagamento di una tassa. Chi vuole mettersi in regola, dunque, deve pagare.
Ma, fanno sapere comunque dalla concessionaria del servizio di riscossione tributi per conto del Comune, se il contribuente ha un dubbio o ritiene che siano state prese decisioni sbagliate, può recarsi direttamente negli uffici dell’azienda e controllare, insieme agli addetti, se la richiesta di pagamento è fondata o meno ed, eventualmente, cancellarla. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia