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È stato sottoposto a sequestro dalla procura di Brindisi il capannone (un ex deposito di rifiuti) dove venerdì scorso è avvenuto l'incidente mortale che ha strappato la vita all'operaio Giuseppe Petraglia, 40 anni, di Brindisi.
La ricostruzione
Nell'opificio presso la zona industriale, di proprietà della "Cdm trasporti", si stavano eseguendo alcuni lavori di manutenzione per conto dell'impresa esecutrice “Multiservice srl”, che avvenivano anche su un tetto ubicato ad oltre 10 metri d'altezza. Luogo dove sarebbe avvenuto l'incidente poco dopo le 14. La ricostruzione di quella tragica caduta è stata affidata agli agenti della Sezione volanti della Questura di Brindisi e ai colleghi della Squadra mobile, oltre ai rilievi effettuati personale dello Spesal, il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. A quanto pare, l'operaio (che lavorava da pochi giorni per conto dell'impresa “Multiservice srl”) aveva raggiunto il tetto del capannone con l'utilizzo di un cestello per gru.
Una volta in cima, avrebbe messo il piede in una zona cosparsa di lamiere, ma fragile per contenere il peso di una persona, fino a sfondarle. Poi il vuoto. Un maledetto “volo” che ha visto precipitare l'operaio al suolo, morendo sul colpo. Come hanno poi accertato i sanitari del 118: l'equipe ha tentato in tutti i modi di rianimare il 40enne, ma il suo cuore non ha mai ripreso a battere.
La tragedia
La salma dello sfortunato operaio è stata poi portata presso l'obitorio del cimitero di viale Arno, a disposizione della magistratura. Da quanto si apprende, molto probabilmente sarà disposta l’autopsia e solo dopo gli accertamenti di un medico legale il corpo sarà riconsegnato alla famiglia per le esequie.
L'incidente mortale, che ha suscitato sgomento e rabbia anche tra le sigle sindacali di Brindisi (tornate a puntare il dito sulla scarsa sicurezza nei luoghi di lavoro e a sollecitare investimenti e maggiori controlli) ha inoltre sconvolto la comunità brindisina. «Ennesimo incidente sul lavoro dove un giovane ha perso la vita. Quel ragazzo è il figlio del nostro segretario aziendale di Brindisi», scrive Lino cattolico, segretario provinciale del Csa (Coordinamento sindacale autonomo). «A nome di tutti un forte abbraccio a Tonino e alla sua famiglia. Non riesco a trovare altre parole per manifestare la nostra vicinanza. Solo indignazione per il mancato rispetto delle elementari norme di sicurezza che tutelino il lavoratore. Nel 2024 è inammissibile che una persona si alzi il mattino per andare a lavorare e non abbia la certezza di ritornare la sera a casa».
Un quartiere sotto choc
In particolare, la notizia della morte di Petraglia ha trovato tantissima solidarietà nel quartiere Perrino, dove il 40enne abitava in una palazzina di via Tevere. Qui, nel cuore pulsante di quest'angolo di periferia, viveva insieme alla famiglia. L’operaio- calciatore (militava nella squadra del Virtus Calcio Mesagne, impegnata nel campionato di seconda categoria, girone B) lascia la compagna, una ragazzina di 14 anni e un bimbo di pochi mesi. L’intero quartiere ora attende di dare a Giuseppe un ultimo saluto presso la chiesa “Cuore Immacolato di Maria”.
Una morte bianca, la prima dell'anno nella nostra provincia dopo un altro grave incidente avvenuto a Mesagne lo scorso gennaio, con una donna finita in Codice rosso in ospedale, che pone ancora una volta l’attenzione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Poteva essere evitato tutto questo in una regione, la Puglia, ai primi posti nazionali per maggiore incidenza? Un incidente che, insieme a tantissima altra solidarietà espressa alla famiglia attraverso i social, ha inoltre visto il commissario regionale di Forza Italia, l’onorevole brindisino Mauro D’Attis, esprimere tutto il suo cordoglio per l'ennesima morte sul lavoro: «Alla sua famiglia vanno le mie più sincere condoglianze», ha fatto sapere Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia