Mensa scolastica, genitori bocciati: molti bimbi ancora non iscritti

Mensa scolastica, genitori bocciati: molti bimbi ancora non iscritti
Il termine ultimo per iscriversi al servizio di refezione scolastica era per il 31 agosto scorso, ma ad oggi sono ancora tante quelle famiglie a non aver consegnato la...

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Il termine ultimo per iscriversi al servizio di refezione scolastica era per il 31 agosto scorso, ma ad oggi sono ancora tante quelle famiglie a non aver consegnato la documentazione in Comune. A sostenerlo sono i dirigenti scolastici dei comprensivi cittadini che hanno deciso di dare alle famiglie ancora un’ultima chance per regolarizzare la propria posizione. 

Le segreterie di ogni singolo istituto stanno passando in rassegna le classi per scovare chi diserta il servizio mensa. 
Nelle scuole dell’infanzia e primarie a tempo pieno, infatti, la mensa è obbligatoria e il servizio ha un costo a seconda della fascia di reddito di ogni famiglia. Per quanto il Comune versa enormi quantità di denaro per calmierare il costo del buono pasto, la dura realtà di un costo che si aggira intorno ai 5 euro a pasto, rimane.
La crisi ora si vede anche in classe e i numeri mettono nero su bianco la difficoltà delle famiglie. 
Archiviata, per il momento, ogni ipotesi del pasto da casa. Nonostante le pressioni delle associazioni a difesa dei consumatori e delle stesse famiglie, la gestione commissariale non è intervenuta nel merito della questione rimandando forse alla futura amministrazione comunale ogni decisione. 
A due settimane dall’inizio del servizio, i Nas hanno già fatto la loro comparsa all’interno di un istituto della città. Si tratta della scuola dell’infanzia Boschetti Alberti, del comprensivo Casale. 
 
«Martedì i carabinieri dei Nas hanno fatto un blitz a sorpresa nella scuola - afferma Mina Fabrizio, dirigente scolastica - dopo aver ricevuto una segnalazione da parte di alcuni genitori. Sotto accusa la qualità di un frutto somministrato ai bambini durante il pasto a scuola». Un genitore aprendo lo zainetto del proprio figlio avrebbe trovato una pera troppo matura per essere mangiata. Così l’immediata denuncia ai Nas. La preside Fabrizio, nonostante non avesse ricevuto alcun tipo di segnalazione, non ha battuto ciglio. Ha lasciato il suo lavoro in presidenza per rispondere a tutte le domande dei carabinieri. 
«La segnalazione in realtà - aggiunge la preside - riguardava la scuola Sant’Antonio Abate. Dopo i controlli i militari sono tornati da me in presidenza per comunicarmi che tutto fosse in regola. La ditta che si occupa della gestione del servizio ha consegnato tutte le certificazioni compresa quella per la frutta biologica». 

La dirigente questa volta non intende archiviare la vicenda. Si dice stanca, anzi, di dover essere informata dai social di quanto si verifica all’interno del suo istituto. «Un tempo - aggiunge - si parlava con le insegnanti, poi con la dirigente e se c’erano dei problemi si conducevano insieme le battaglie. Oggi invece si postano e si commentano foto sui social senza neanche verificare la veridicità delle cose. Convocherò i genitori in presidenza nei prossimi giorni. Il procurato allarme è un illecito molto grave».  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia