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Una vacanza nell'isola di Aruba, nel mare Caraibico a nord del Venezuela, si è trasformata in dramma per l'ufficiale di bordo Giuseppe Papagni, 36enne di Brindisi, morto lo scorso 30 gennaio a causa di un incidente stradale avvenuto mentre si trovava da solo a bordo di un'auto, una Kia Rio presa a noleggio. Il veicolo, poco prima delle 3, è uscito fuori strada dopo aver imboccato una curva nella zona di Tamarijn, luogo dove il giovane stava raggiungendo un villaggio turistico. Purtroppo, a nulla sono valsi i tentativi di soccorso che hanno visto arrivare sul posto un'ambulanza e gli agenti della polizia stradale per svolgere le indagini, ma nulla di particolare è emerso per cercare di accertare le cause che hanno determinato un fatale ribaltamento: il veicolo, rimanendo in bilico, ha infine arrestato la sua corsa nei pressi di alcuni alberi. Giuseppe sarebbe morto sul colpo dopo quanto accertato da un medico. Dopo, nessun contatto di dialogo era stato aperto con la famiglia per metterla al corrente dell'accaduto.
Il dolore
La drammatica notizia è infatti arrivata a Brindisi il giorno dopo per vie casuali grazie ad alcuni amici del 36enne.
La famiglia
Riguardo la drammatica vicenda che ha colpito la Famiglia Papagni, quest’ultima dichiara: «Giuseppe era nel pieno delle sue facoltà fisiche, psichiche e psicologiche al momento dell’accaduto; e che si è trattato di un terribile incidente dovuto ad una mera fatalità. La famiglia ringrazia sentitamente la buona volontà e le buone intenzioni degli Amici, artefici di questo apprezzato articolo di giornale, in memoria del caro figlio scomparso prematuramente. Desidera, inoltre, precisare che le Autorità consolari e ministeriali abbiano agito e continuano ad agire nel pieno e oltre le loro possibilità, dimostrando loro una continua umanità e rispetto nei confronti della situazione e delle persone più vicine a Giuseppe. Si sottolinea, altresì, l’infinito gesto di benevolenza da parte della compagnia navale “WindStar Cruises” per la quale Giuseppe lavorava, e che si dimostra tuttora partecipe nel dolore della sua perdita, mettendo a disposizione tutte le risorse utili per il rimpatrio della salma nei più brevi tempi possibili e fattibili. «La famiglia specifica che, la raccolta fondi promossa nell’articolo, voleva essere intesa come un aiuto fortemente voluto dagli amici di Giuseppe per qualsiasi spesa accessoria e non prevista. Ma nel pieno delle loro facoltà economiche, razionali ed emotive, sorpresi da questo gesto di solidarietà, ringraziano sentitamente».
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