È stato aggredito dal padre di un piccolo paziente stufo, sembrerebbe, della lunga attesa. Brutta avventura per un infermiere 42enne del Pronto Soccorso dell’ospedale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sul posto, anche i carabinieri della locale compagnia guidata dal capitano Nicola Maggio, che hanno ascoltato protagonisti e spettatori dell’episodio. Al momento, comunque, non risulterebbe alcuna denuncia. L’infermiere, che ha riportato lievi lesioni contundenti, è stato comunque medicato dai colleghi. A margine dell’aggressione, la vittima ha raccolto la solidarietà del sindacato infermieristico Nursind, pronto a puntare i riflettori sull’episodio e, più in generale, sul fenomeno delle aggressioni subite dagli operatori sanitari sul posto di lavoro.
“L’aggressione – si legge in una nota a firma del segretario provinciale Carmelo Villani - non è la soluzione dei problemi sistemici della sanità, problemi accentuati in questo periodo di crisi per i continui tagli alle strutture e il sottofinanziamento del Ssn. Più aumentano i tagli ai servizi e più è probabile – secondo Villani - che accadano eventi come le aggressioni all’interno dei servizi sanitari. Nursind respinge ogni tipo di aggressione nei confronti dei professionisti della salute poiché l’aggressione stessa minaccia l’integrità fisica e/o mentale della persona lesa e influenza negativamente il funzionamento del sistema sanitario nel suo complesso. Quando un professionista viene aggredito, indirettamente vengono attaccati anche gli altri cittadini curati da lui perché viene ad infrangersi il rapporto di fiducia che deve necessariamente instaurarsi nella relazione assistenziale infermiere/cittadino”.
Il sindacato lancia anche una campagna di sensibilizzazione con l’affissione di un manifesto titolato “L’aggressione non è la soluzione”. A margine, restano vive le preoccupazioni di fronte alla oggettiva situazione di emergenza delle strutture sanitarie in tempo di spendig review, tra liste d’attesa, difficoltà degli operatori, i tagli e le carenze di personale. “Perché – conclude il segretario - tutto ciò non è stato cristallizzato, ove possibile, nel Piano Riordino oppure realizzato durante l’ultimo anno e mezzo ed è oggetto, invece, di un recente accordo con i sindacati dal valore certamente politico, ma non legale e amministrativo? Ci auguriamo non sia un’ennesima fiera degli annunci senza riscontro”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia