Il bimbo è in coda al pronto soccorso, il padre aggredisce un infermiere

Il bimbo è in coda al pronto soccorso, il padre aggredisce un infermiere
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Domenica 18 Dicembre 2016, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 19:49
È stato aggredito dal padre di un piccolo paziente stufo, sembrerebbe, della lunga attesa. Brutta avventura per un infermiere 42enne del Pronto Soccorso dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana, suo malgrado scontratosi, è proprio il caso di dirlo, con la violenta impazienza di un uomo del posto, in sala d’attesa insieme alla figlia che, appunto, richiedeva l’intervento del personale medico del nosocomio. I fatti nella serata di venerdì, quando il presunto aggressore ha raggiunto il pronto soccorso insieme alla bambina. Come da prassi, padre e figlia sono stati fatti accomodare nella saletta d’attesa per un periodo, conseguenza dell’accavallarsi di diverse urgenze, ritenuto evidentemente troppo lungo. L’uomo ha così perso la pazienza e, dopo aver chiesto maggiori attenzioni, ha dato in escandescenze, aggredendo il malcapitato infermiere. C’è stato, così, un po’ di parapiglia, con i colleghi del poveretto intervenuti per sedare la discussione ed evitare il peggio.
Sul posto, anche i carabinieri della locale compagnia guidata dal capitano Nicola Maggio, che hanno ascoltato protagonisti e spettatori dell’episodio. Al momento, comunque, non risulterebbe alcuna denuncia. L’infermiere, che ha riportato lievi lesioni contundenti, è stato comunque medicato dai colleghi. A margine dell’aggressione, la vittima ha raccolto la solidarietà del sindacato infermieristico Nursind, pronto a puntare i riflettori sull’episodio e, più in generale, sul fenomeno delle aggressioni subite dagli operatori sanitari sul posto di lavoro. 

“L’aggressione – si legge in una nota a firma del segretario provinciale Carmelo Villani - non è la soluzione dei problemi sistemici della sanità, problemi accentuati in questo periodo di crisi per i continui tagli alle strutture e il sottofinanziamento del Ssn. Più aumentano i tagli ai servizi e più è probabile – secondo Villani - che accadano eventi come le aggressioni all’interno dei servizi sanitari. Nursind respinge ogni tipo di aggressione nei confronti dei professionisti della salute poiché l’aggressione stessa minaccia l’integrità fisica e/o mentale della persona lesa e influenza negativamente il funzionamento del sistema sanitario nel suo complesso. Quando un professionista viene aggredito, indirettamente vengono attaccati anche gli altri cittadini curati da lui perché viene ad infrangersi il rapporto di fiducia che deve necessariamente instaurarsi nella relazione assistenziale infermiere/cittadino”.

Il sindacato lancia anche una campagna di sensibilizzazione con l’affissione di un manifesto titolato “L’aggressione non è la soluzione”. A margine, restano vive le preoccupazioni di fronte alla oggettiva situazione di emergenza delle strutture sanitarie in tempo di spendig review, tra liste d’attesa, difficoltà degli operatori, i tagli e le carenze di personale. “Perché – conclude il segretario - tutto ciò non è stato cristallizzato, ove possibile, nel Piano Riordino oppure realizzato durante l’ultimo anno e mezzo ed è oggetto, invece, di un recente accordo con i sindacati dal valore certamente politico, ma non legale e amministrativo? Ci auguriamo non sia un’ennesima fiera degli annunci senza riscontro”. 
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