Adelio, rapito 8 anni fa dalla madre e portato in Kazakistan, l'appello dell'associazione Penelope: «Caso analogo a quello di Amina, ora il governo intervenga»

Il caso della giovanissima Amina Milo, detenuta da giugno in Kazakistan su cui è in corso la mobilitazione dell'ambasciata italiana, riporta d'attualità...

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Il caso della giovanissima Amina Milo, detenuta da giugno in Kazakistan su cui è in corso la mobilitazione dell'ambasciata italiana, riporta d'attualità quello piccolo Adelio Bocci, un bimbo di 10 anni nato in Kazakistan da papà brindisino e mamma kazaka, che dal 2015 si trova nel Paese d'origine della donna senza che la famiglia del padre abbia più potuto vederlo. Sulla vicenda è stata aperta anche una raccolta di firme e una pagina facebook, in cui la famiglia brindisina chiede disperatamente l'aiuto delle autorità.

«Adelio affidato a terzi e con segni di percosse»

Della questione si occupa anche l'associazione penelope, che si occupa di persone scomparse, e che ha inviato una lettera al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sollecitando un intervento del governo italiano. Nella lettera viene sottolineato che Adelio è cittadino italiano a tutti gli effetti.

A seguito della denuncia presentata dal padre dopo che la donna portò via il figlio senza preavviso, il Tribunale di Brindisi ha condannato la Abraliyeva Aigul alla pena di anni due di reclusione (senza condizionale) e alla sospensione della responsabilità genitoriale. Nel mese di gennaio 2018, il Ministero della Giustizia Italiano ha disposto un mandato di cattura internazionale nei confronti della madre e l'interpol ha emesso quella che viene definita una "red notice" ossia segnalazione rossa con richiesta di rintracciare la donna. Da allora il padre è riuscito a vedere soltanto una volta il piccolo Adelio in Kazakistan in presenza di un legale Kazako e altre persone non identificate che riprendevono l'intero incontro. Sporadiche video chiamate hanno allarmato la famiglia Bocci. L’associazione Penelope puntualizza che «sono pubbliche le foto di Adelio che presenta segni di percosse e pugni, e mostra nei video atteggiamenti di paura e sottomissione che abbiamo fatto refertare e analizzare dai nostri professionisti. E' di questi ultimi giorni - prosegue l'associazione - la notizia della cittadina kazaka, naturalizzata italiana, sequestrata in circostanze poco chiare, maltrattata e tradotta in quelle carceri, per cui la madre ha interessato tutti i media nazionali confidiamo che le trattative, a questo punto riguardino anche il piccolo Adelio, cittadino italiano, maltrattato e privato dalle autorità italiane e kazake dei suoi diritti di bambino da ben 8 anni».

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Quotidiano Di Puglia