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Due nuovi corsi di laurea triennale, quattro nuovi percorsi magistrali, aumento delle agevolazioni sulle tasse a favore degli studenti, incremento degli investimenti. Il futuro dell'Università degli studi di Bari passa attraverso delle linee di azione ben precise che hanno come obiettivo quello di incentivare l'attrattività dell'ateneo garantendo sempre di più un contatto importante con il territorio.
I nuovi corsi che partiranno nell'anno accademico 2023/2024 sono i corsi triennali in Biologia Marina e Materials Science and Technology (in lingua inglese), e i corsi di laurea magistrale in Scienze per la Valorizzazione del patrimonio Gastronomico, Nuovi turismi, Scienza e Tecnologia dei Materiali e Scienze delle Produzioni e delle Risorse del Mare, quest'ultimo a Taranto. In questo modo, l'offerta formativa arriva a garantire un totale di 134 corsi di studio, di cui 65 di primo livello, 56 di secondo livello, 13 a ciclo unico, 12 corsi internazionali e 8 interateneo. Aumentano anche i corsi di dottorato, passati dai 19 (con 98 borse) del 2019/2020 ai 29 corsi (con 384 borse) dell'anno accademico 2023/2024.
Tasse, le agevolazioni
Per quanto riguarda le agevolazioni tariffarie, deliberate con il nuovo regolamento tasse di ateneo, sale a 26mila euro il tetto Isee della No tax area, sono ridotti i contributi per i redditi sotto a 12.500 euro (sotto i 6mila contribuzione ridotta di un terzo e passata da 654 euro a 400 euro) e confermate le diverse agevolazioni ed esenzioni già previste, come la riduzione del 75% delle tasse per le studentesse che iscritte ai corsi Stem o l'esonero totale per le studentesse madri. Per quanto riguarda invece i dati relativi alla "salute" dell'ateneo barese: aumenta la capacità di investire, aumenta la capacità di spesa e le immobilizzazioni materiali ed immateriali. Il risultato di esercizio 2022 si attesta su 16.482.258 euro, mentre nel 2021 era stato pari a 35.266.066. Aumenta anche il numero del personale e dei collaboratori linguistici, anche se siamo ancora lontani dalle cifre del 2007, quando gli assunti erano 3.800. Ad oggi, dopo il punto più basso toccato nel 2021, quando si era intorno alle 1.250 unità, si è in risalita e gli assunti ad oggi sono circa 1.350. In crescita, infine, il numero dei docenti, grazie al reclutamento lo scorso anno di 148 persone, che corrisponde anche ad un abbassamento dell'età media di circa 9 anni.
«L'università di Bari va nella direzione di investire e non spendere sottolinea il rettore Stefano Bronzini , ovvero migliorare i servizi, migliorare gli spazi, aumentare il numero dei docenti. Ma il dato più rilevante è aver aumentato la capacità di spesa, in quanto il bilancio preventivo dice che possiamo continuare ad investire, e lo faremo per realizzare aule per gli studenti, sale studio, e soprattutto laboratori didattici». «I nuovi corsi vanno incontro alle necessità del territorio aggiunge Bronzini -. Abbiamo lavorato insieme alle imprese, che hanno fatto proposte di costruzione di profili e noi abbiamo dato risposte all'altezza». «L'anno scorso abbiamo mantenuto il numero degli studenti conclude il rettore quest'anno il nostro obiettivo è ampliare il numero dei potenziali studenti. La politica delle tasse serve ad ampliare il numero delle persone che rientrano nei percorsi formativi universitari, necessari alla modernizzazione del Paese». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia