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Teppisti in azione a Loseto e Carbonara, monumenti vandalizzati: vernice sulle chiese . Non è arte, non è street art. È una sconfitta per tutti. Autori i soliti 4 bulletti, ignoti, pronti ad usare le bombolette spray per vandalizzare, danneggiare beni artistici e architettonici di grande valore. Come nel caso della chiesa del Santissimo Salvatore, un gioiello del 1400 situata a Loseto vandalizzata lunedì sera come segnalato da Retake Bari, associazione di volontari che da anni si prende cura di piazze, giardini, scuole, campagne e spiagge, curandoli, ripulendoli e abbellendoli. Oltre l’indubbio danno al patrimonio artistico, queste azioni costano a chi poi deve riparare e riportare i luoghi alla loro antica bellezza. Per esempio i volontari di Retake per cancellare una svastica su una parete pitturata devono scrivere un progetto a firma di architetto, pagare bollo, presentare richiesta in Soprintendenza, mostrare provini, attendere 120 giorni, comprare materiali. Se poi l’intervento avviene su pietra e in altezza i costi crescono vertiginosamente perché possono operare solo restauratori specializzati.
Le reazioni
«Abbiamo perso tutti» sottolinea con amarezza il presidente di Retake, Fabrizio Milone.
«Quando eravamo piccoli noi – ricorda il presidente di Retake - giravamo con la fionda e con il virruzzo, questi girano con una bomboletta. La differenza che tu con una bomboletta da 2 euro fai decine di migliaia di euro di danni. È una cosa che non si riesce a far capire, non si insegna. Evidentemente bisognerebbe insegnarlo già da quando i ragazzini sono piccoli, forse dalle elementari». Far intervenire restauratori specializzati costa molto.
«Nel caso di Loseto questi deficienti si sono addirittura arrampicati sul tetto, quindi un lavoro in altezza. Soltanto fittare una mini gru per lavorare in altezza sarà difficile e costoso».
Cosa fare allora per evitare il ripetersi di questi atti? «Non possiamo certo istituire delle specie di albi a cui iscriversi per comprare le bombolette nei negozi di ferramenta anche perché probabilmente non servirebbe, potendo tranquillamento comprarle da Amazon. E’ una questione di cultura e ce lo ripetono molte volte anche le istituzioni. Questo però significa che prima che questa cultura possa cambiare – precisa Fabrizio Milone - ci dobbiamo tenere questo territorio per altri 20, 30 anni, aspettando che cambi la testa, che cambi la cultura, anche se, con l’evasione scolastica che abbiamo non è roba di trent’anni. Se continuiamo di questo passo la testa cambierà tra 100 anni. Quindi ci dobbiamo rassegnare a vivere in questo ambiente urbano degradato per 100 anni? Forse è così».
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Quotidiano Di Puglia