Ok al parco nell’area ex Fibronit. Ora il progetto, cantiere nel 2023

Ok al parco nell’area ex Fibronit. Ora il progetto, cantiere nel 2023
Un atto tecnico, un aggiornamento dell’accordo di programma del 2006, che permetterà ora di bandire la gara per la progettazione esecutiva e per i lavori di...

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Un atto tecnico, un aggiornamento dell’accordo di programma del 2006, che permetterà ora di bandire la gara per la progettazione esecutiva e per i lavori di realizzazione del parco della Rinascita, sui suoli bonificati dell’ex Fibronit di Bari. Ieri la giunta ha dato il via libera all’accordo integrativo rispetto a quello già firmato nel 2006 con Ministero e Regione, con il quale si attesta l’avvenuta bonifica, inserendo anche la previsione finanziaria per la realizzazione del parco al costo di 14 milioni e mezzo di euro, di cui 11 milioni finanziati con fondi Pnrr.

L'assessore Galasso


«Al momento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso – stiamo completando il progetto di fattibilità tecnico economica, aggiornandolo agli standard previsti dai finanziamenti Pnrr. Poi si procederà con l’appalto integrato e con la contrattualizzazione dell’opera prevista entro dicembre 2023».

Il progetto


Il progetto prevede su 43mila e 385 metri quadri di zone fruibili la realizzazione di spazi per bambini, aree concerti, aree per i cani, spazi per lo sport, orti sociali. Sarà costruito anche un ponte per scavalcare i binari e collegare il parco con via Amendola. Le aree fruibili contengono anche l’immobile “ex Bricorama” dove si prevede di poter collocare una serie ulteriore di funzioni, culturali, museali e/o commemorative. Poi ci saranno delle zone non fruibili, quelle che dovranno essere sottoposte a un periodo di attività di monitoraggio ambientale, per la verifica di una eventuale presenza in atmosfera di sostanze volatili di amianto. Dette aree di “forestazione urbana” saranno interessate principalmente da alberature autoctone del paesaggio pugliese. In queste zone la scelta delle specie vegetali di progetto è finalizzata essenzialmente alla creazione di veri “boschi urbani”, dove si potrà in futuro passeggiare.


Quello del parco della Rinascita, ribattezzato così anche dal comitato di residenti che per decenni si è battuto per la bonifica dell’area, è uno dei progetti più attesi in città. L’ex Fibronit, la fabbrica della morte, ha causato settecento morti per mesotelioma pleurico, un tumore provocato dalle fibre di amianto. Una fabbrica che ha fatto paura per anni, anche dopo la chiusura nel 1985. Le fibre di amianto erano ovunque e si diffondevano nell’aria, raggiungendo purtroppo anche chi in quella zona viveva. Tra quei 700 morti non ci sono solo operai, ma anche residenti di Japigia e Madonnella. Il Comune di Bari ha quindi avviato due opere di bonifica per poter eliminare le migliaia di tonnellate di amianto presenti. L’ultimo intervento ha portato all’abbattimento dei capannoni, nel 2018. Da allora la Fibronit è una spianata verde, pronta per accogliere il parco urbano. Nel gennaio del 2022 è poi arrivato il certificato di avvenuta bonifica da parte della Città Metropolitana. «Con questo atto ufficiale si mette definitivamente la parola fine alla lunga storia della bonifica della ex Fibronit - dichiarò il sindaco Antonio Decaro -. Una storia tormentata che ha conosciuto l’impegno e la determinazione di tante donne e uomini di questa città che hanno lottato per arrivare fino a qui e che, nonostante tutte le difficoltà, politiche e burocratiche, non si sono mai arrese perché fermamente convinte che Bari dovesse liberarsi per sempre di questa brutta pagina della nostra storia che purtroppo è costata la vita a centinaia di persone».


«Quel parco – ha sempre affermato Nicola Brescia, il presidente del comitato Fibronit che nelle scorse settimane ha anche organizzato delle visite per raccontare la storia dell’ex fabbrica della morte - rappresenta una rinascita civile e morale di tutta la città. Civile perché è una battaglia dei cittadini e morale perché è l’unico modo che abbiamo per restituire dignità a chi ha sofferto o pagato con la vita». I lavori dovranno concludersi entro il 2026. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia