Natuzzi, la vertenza in fase di schiarita: si tenta l'accordo al Mise

L’obiettivo è un nuovo piano industriale entro il 2026 per ridurre i 700 esuberi

Natuzzi, la vertenza in fase di schiarita: si tenta l'accordo al Mise
Si è chiuso nel complesso bene il primo incontro convocato ieri dal Ministero per lo sviluppo economico dedicato alla vertenza Natuzzi. Sindacati, azienda, rappresentanti...

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Si è chiuso nel complesso bene il primo incontro convocato ieri dal Ministero per lo sviluppo economico dedicato alla vertenza Natuzzi. Sindacati, azienda, rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata, Invitalia e funzionari del Ministero hanno iniziato a discutere del nuovo piano industriale che avrà valenza sino al 2026. Da fonti aziendali veniamo a sapere che il piano sarebbe stato accolto bene dalle parti e avrebbe avuto «un primo riscontro positivo».

Il clima di grande collaborazione e correttezza è stato sottolineato anche da parte sindacale. Insomma un miglioramento oggettivo delle relazioni fra parti sociali e azienda. Al termine dell’incontro il segretario generale della Fillea Cgil Puglia, Ignazio Savino, si è detto «prudentemente ottimista». E questo ovviamente lascia ben sperare per il prosieguo dei lavori. Infatti nei prossimi giorni i rappresentanti sindacali terranno una serie di assemblee con i lavoratori a cui sottoporranno i dettagli tecnici del piano. Quindi si terranno incontri con azienda e istituzioni per poi tornare al Mise per l’approvazione definitiva del piano.

Il piano

Ma entriamo nello specifico. Il piano prevedeva in un primo momento tre turni di produzione giornalieri e la chiusura di alcuni stabilimenti, concentrando la produzione dei divani solo su Jesce 1, Jesce 2 e Laterza. Il sindacato ha respinto l’ipotesi del terzo turno sottolineando il particolare disagio che si verrebbe a creare fra i lavoratori perché molti sarebbero costretti a utilizzare il proprio mezzo, dovendo terminare a mezzanotte e rientrare quindi a casa molto tardi. No del sindacato anche all’ipotesi di concentrare la produzione solo su quei tre siti, quando invece solo a novembre scorso è stato aperto il nuovo stabilimento di contrada Graviscella ad Altamura, la fabbrica 4.0. modello di innovazione ed efficienza. Buone notizie sul fronte degli esuberi che scenderebbero dai 700 prospettati da tempo a 420-430 e soprattutto con l’intenzione di utilizzare tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione per una gestione non traumatica degli esuberi, dai contratti di solidarietà, alle misure per l’accompagnamento alla pensione, al part time, ai contratti di espansione e di rete.

Ma quello presentato da Natuzzi è anche un piano che contempla grandi investimenti sia per la produzione che per la vendita. Un piano ambizioso, sottolineano i sindacati, che dovrà essere sottoposto a un monitoraggio costante. Fino al 2026 è prevista l’apertura di 400 punti di vendita e un notevole aumento del budget relativo alla promozione. Quanto alla dislocazione degli stabilimenti nel mondo resteranno in gestione diretta i siti italiani e quelli di Romania, Cina e Brasile. Per Messico e Vietnam c’è l’opzione esterna.

Il sindacato

«La Natuzzi ha previsto un aumento della produttività – riferisce Savino – e a questa ipotesi il sindacato non si è opposto, ma ha messo sul piatto una contrattazione di secondo livello, un contratto integrativo in sostanza». Un incontro giudicato positivamente anche dal coordinamento Cobas-Lavoro privato, che comunque, come gli altri sindacati ha respinto alcune ipotesi considerandole inaccettabili. Cioè quelle relative all’organizzazione della produzione in 3 turni giornalieri e quello della riduzione dei siti attivi, con la chiusura dello stabilimento di Graviscella. Cobas-Lp ha dunque ribadito che «i livelli occupazionali in Natuzzi Spa vanno difesi valorizzando il lavoro, non peggiorando le condizioni di vita dei dipendenti, come sarebbe l’istituzione di un terzo turno produttivo in orario notturno». Cobas ha comunque apprezzato gli investimenti programmati per difendere i livelli occupazionali in Italia con l’apertura dei nuovi punti vendita, soprattutto in estremo Oriente; il rientro di commesse dalla Romania e l’impegno dell’azienda a non aprire procedure di licenziamento ma a gestire gli esuberi in modo non traumatico. Nei prossimi giorni anche Cobas-Lp si confronterà con i lavoratori, per poi continuare i negoziati con azienda e istituzioni, con l’obiettivo di arrivare a esuberi zero in Natuzzi.

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Quotidiano Di Puglia