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Alessandro Cocco era affetto da trombosi sistemica e deficit familiare di proteina S. Patologie delle quali lui stesso non sarebbe stato a conoscenza quando lo scorso 26 maggio si sottopose alla vaccinazione anti-Covid con il monodose di J&J. Il 54enne morì il 15 giugno a causa di una trombosi al Policlicnico di Bari. Ma “non si ritiene possibile affermare oltre ogni ragionevole dubbio” che il vaccino “sia stata la causa unica ed esclusiva nella determinazione” della morte. Secondo i consulenti della Procura di Bari il vaccino avrebbe “con maggiore probabilità agito come concausa minima”, perché il 54enne soffriva di una pregressa artrosi venosa e del deficit della proteina S che non sapeva di avere. Sulla base di queste valutazioni, la pm Larissa Catella ha chiesto l’archiviazione del caso.
La vicenda
Il paziente si era sottoposto a vaccinazione nell'hub di Alberobello il 26 maggio. Alcuni giorni dopo aveva iniziato ad accusa forti dolori ad una gamba rivolgendosi al pronto soccorso dell'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti e poi ricoverato al Policlinico, dove è morto per una «emorragia celebrale secondaria a trombosi dei seni venosi sagittale e sigmoideo in paziente vaccinato con il siero anti-Covid monodose J&J, affetto da trombosi sistemica e portatore di deficit familiare di proteina S», di cui «lo stesso paziente era all'oscuro e che è stato scoperto in sede di accertamento dell'emorragia in corso». Con riferimento alla possibile correlazione tra vaccino e trombosi, la Procura rileva che «la recente letteratura riporta casi di sindrome trombotica associata a vaccini Covid a vettore virale, come il J&J, ma trattasi di complicanze aventi un'incidenza molto rara secondo le statistiche.
I consulenti: «Il paziente non fece menzione delle sue patologie pregresse»
«È attendibile - si legge nella richiesta di archiviazione - che tutte e tre le potenzialità trombogeniche abbiano svolto un ruolo concausale nella determinazione dell'evento trombotico agendo in concorso tra loro mediante un'azione sinergica». Tra l'altro «nella scheda anamnestica sottoscritta dal paziente - prosegue la pm - non fu fatta menzione di patologie pregresse né di episodi di tromboflebiti e trombosi venose profonde o all'assunzione di terapia anticoagulante, considerato peraltro che il paziente non era a conoscenza del deficit familiare della proteina S, riscontrato solo a seguito di esami di laboratorio all'atto del ricovero». Per queste ragioni, secondo la Procura, non è possibile ipotizzare profili di colpa nei confronti del medico vaccinatore e anche nei confronti del personale sanitario che ha avuto in cura il paziente nella fase successiva fino al decesso.
Il legale della vittima: «Ci opporremo all'aerchiviazione»
«Presenteremo immediatamente opposizione alla richiesta di archiviazione. Ci sono numerosi aspetti da chiarire e la famiglia chiede giustamente di conoscere la verità. Occorre in particolare approfondire se sono stati rispettati tutti i protocolli relativi alla produzione del vaccino e se la morte del signor Cocco, che era perfettamente in salute, poteva essere evitata». Lo dichiara all'Ansa il legale della famiglia, l'avvocato Daniele Bocciolini. «Nella stessa consulenza tecnica - evidenzia il difensore - non si esclude oltre ogni ragionevole dubbio che la somministrazione del vaccino possa essere causa unica ed esclusiva del decesso: secondo i consulenti, infatti, sicuramente si tratterebbe quantomeno di una concausa nel determinismo della trombosi e quindi della morte. Occorre chiarire anche la questione relativa agli effetti collaterali dello stesso vaccino. Difatti, all'epoca dei fatti gli eventi di natura trombotica non erano nemmeno citati come eventi avversi, indicazione che verrà inserita solo il 1.10.2021 nell'aggiornamento del documento pubblicato da Aifa. Occorre, a nostro giudizio, anche verificare se nelle fasi successive alla somministrazione, sotto il profilo sanitario, è stato fatto tutto il possibile per evitare l'evento: la morte è avvenuta infatti circa 20 giorni dopo la vaccinazione». «Nonostante quindi la relazione dei consulenti della Procura di Bari abbia stabilito il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e il decesso seppure come concausa - conclude il legale - è stata comunque presentata richiesta di archiviazione del procedimento penale, notificando l'avviso alle persone offese dopo quasi sette mesi dall'apertura dell'inchiesta. Chiederemo quindi indagini suppletive e nomineremo il nostro consulente medico-legale di parte».
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