OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Chi abita a Modugno dovrà continuare «a limitare le attività all'aperto» e «a tenere chiuse le finestre» per tutta la giornata di oggi. Sabato, poco dopo le 12, probabilmente a causa di un cortocircuito ad una pressa per lo stoccaggio dei rifiuti, sono bruciati circa 500 metri quadrati di scarti non pericolosi - per lo più plastica, carta e legno - all'interno della Recuperi Pugliesi, azienda che opera da oltre quarant'anni nel settore del riciclo dei rifiuti.
Il Comune ieri è intervenuto attraverso la sua pagina social non solo per informare i cittadini, ma anche per rassicurarli dopo aver parlato con i funzionari dell'Arpa Puglia: «Sono ancora in corso - ha scritto il sindaco Nicola Bonasia - le attività di spegnimento dell'incendio e di monitoraggio degli agenti inquinanti aerodispersi a seguito della combustione», ma secondo i primi esiti non ci sono «concentrazioni critiche delle sostanze monitorate» potenzialmente dannose per la salute, «salvo in posizioni più vicine a quelle all'incendio».
Al momento situazione sotto controllo
E pensare che a maggio 2021, quando l'azienda fu sequestrata, i carabinieri scrissero a chiare lettere che «in caso di eventuale incendio - il passaggio riportato nel verbale di ispezione dei luoghi e poi ripreso nel decreto di sequestro -, la combustione di una tale mole di rifiuti sprigionerebbe nell'aria una quantità di diossina tale da mettere in serio pericolo la popolazione dell'intero circondario e non solo». Al momento non si registrano situazioni di pericolo per la popolazione, nonostante l'allarme scoppiato quando il sito - già colpito da un incendio simile nel 2019 e nel 2011 - è stato interessato dal fumo e dalle esalazioni provenienti dal rogo che, intanto, va spegnendosi lentamente.
«È contingentato e la situazione è sotto controllo», ha aggiunto Bonasia, ma come gli è stato riferito dai vigili del fuoco «non è quantificabile il numero di ore che occorreranno per lo spegnimento».
L'allarme
Scattato l'allarme in contrada Gammarola - sono state le telecamere termiche ad infrarossi ad attivare le squadre antincendio -, sul posto sono arrivati 40 operatori con autopompe e autobotti provenienti da Bari, Molfetta, Barletta e Taranto (in totale 6 squadre), un mezzo aeroportuale e un elicottero che ha effettuato 13 lanci d'acqua. Diversi i danni provocati dal rogo allo stabilimento, anche se ancora presto per accertarli. I caschi rossi hanno circoscritto le fiamme, contenute, ma non ancora del tutto estinte. Ad andare a fuoco - pochi dubbi circa la natura accidentale che ha scatenato la drammatica fatalità - sono state balle di plastica, la cui combustione rappresenta un potenziale rischio per la salute, oltre a carta e legno: i vigili del fuoco prima si sono adoperati per impedire al rogo di allargarsi ulteriormente, poi con l'ausilio di un'autobotte da 8mila litri, un'autobotte chilolitrica (con un serbatoio da 28mila litri) e l'impiego di ruspe, escavatori e pale cingolate che hanno provveduto alla movimentazione dei rifiuti, lo hanno soffocato. «Diversi i sopralluoghi che sin da ieri (sabato) - ha concluso Bonasia - stiamo effettuando». Intanto, dopo la messa in sicurezza dell'area, è probabile che la parte del sito interessata dal rogo venga sequestrata, in via preventiva: gli investigatori, infatti, vogliono verificare il rispetto della normativa di settore per lo stoccaggio dei rifiuti. La Procura ha già aperto un fascicolo d'inchiesta, per ora contro ignoti sino a quando la situazione non sarà più chiara.
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia