Incendio nell'azienda di rifiuti a Modugno, fiamme ancora accese: «Limitate le attività all'aperto»

Incendio nell'azienda di rifiuti a Modugno, fiamme ancora accese: «Limitate le attività all'aperto»
di Nicola MICCIONE
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 10:49

Chi abita a Modugno dovrà continuare «a limitare le attività all'aperto» e «a tenere chiuse le finestre» per tutta la giornata di oggi. Sabato, poco dopo le 12, probabilmente a causa di un cortocircuito ad una pressa per lo stoccaggio dei rifiuti, sono bruciati circa 500 metri quadrati di scarti non pericolosi - per lo più plastica, carta e legno - all'interno della Recuperi Pugliesi, azienda che opera da oltre quarant'anni nel settore del riciclo dei rifiuti.

Il Comune ieri è intervenuto attraverso la sua pagina social non solo per informare i cittadini, ma anche per rassicurarli dopo aver parlato con i funzionari dell'Arpa Puglia: «Sono ancora in corso - ha scritto il sindaco Nicola Bonasia - le attività di spegnimento dell'incendio e di monitoraggio degli agenti inquinanti aerodispersi a seguito della combustione», ma secondo i primi esiti non ci sono «concentrazioni critiche delle sostanze monitorate» potenzialmente dannose per la salute, «salvo in posizioni più vicine a quelle all'incendio».

Al momento situazione sotto controllo

E pensare che a maggio 2021, quando l'azienda fu sequestrata, i carabinieri scrissero a chiare lettere che «in caso di eventuale incendio - il passaggio riportato nel verbale di ispezione dei luoghi e poi ripreso nel decreto di sequestro -, la combustione di una tale mole di rifiuti sprigionerebbe nell'aria una quantità di diossina tale da mettere in serio pericolo la popolazione dell'intero circondario e non solo».

Al momento non si registrano situazioni di pericolo per la popolazione, nonostante l'allarme scoppiato quando il sito - già colpito da un incendio simile nel 2019 e nel 2011 - è stato interessato dal fumo e dalle esalazioni provenienti dal rogo che, intanto, va spegnendosi lentamente.

«È contingentato e la situazione è sotto controllo», ha aggiunto Bonasia, ma come gli è stato riferito dai vigili del fuoco «non è quantificabile il numero di ore che occorreranno per lo spegnimento». Anche per questo, in attesa «di avere dati certi sulla ricaduta degli inquinanti aerodispersi», il primo cittadino ha deciso di prorogare di ulteriori ventiquattrore l'ordinanza per «limitare le attività all'aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico sportiva, e mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti». Anche il Comune di Bari ha diffuso le stesse indicazioni ai cittadini, sotto forma di invito, «in via precauzionale», mentre sull'episodio sono in corso le verifiche dei carabinieri, a cui sono affidate le indagini: la matrice del rogo, forse partito dalla centralina di una pressa che consente l'adeguamento volumetrico dei rifiuti, resta da accertare, ma si propende per cause accidentali, legate ad un cortocircuito.

L'allarme

Scattato l'allarme in contrada Gammarola - sono state le telecamere termiche ad infrarossi ad attivare le squadre antincendio -, sul posto sono arrivati 40 operatori con autopompe e autobotti provenienti da Bari, Molfetta, Barletta e Taranto (in totale 6 squadre), un mezzo aeroportuale e un elicottero che ha effettuato 13 lanci d'acqua. Diversi i danni provocati dal rogo allo stabilimento, anche se ancora presto per accertarli. I caschi rossi hanno circoscritto le fiamme, contenute, ma non ancora del tutto estinte. Ad andare a fuoco - pochi dubbi circa la natura accidentale che ha scatenato la drammatica fatalità - sono state balle di plastica, la cui combustione rappresenta un potenziale rischio per la salute, oltre a carta e legno: i vigili del fuoco prima si sono adoperati per impedire al rogo di allargarsi ulteriormente, poi con l'ausilio di un'autobotte da 8mila litri, un'autobotte chilolitrica (con un serbatoio da 28mila litri) e l'impiego di ruspe, escavatori e pale cingolate che hanno provveduto alla movimentazione dei rifiuti, lo hanno soffocato. «Diversi i sopralluoghi che sin da ieri (sabato) - ha concluso Bonasia - stiamo effettuando». Intanto, dopo la messa in sicurezza dell'area, è probabile che la parte del sito interessata dal rogo venga sequestrata, in via preventiva: gli investigatori, infatti, vogliono verificare il rispetto della normativa di settore per lo stoccaggio dei rifiuti. La Procura ha già aperto un fascicolo d'inchiesta, per ora contro ignoti sino a quando la situazione non sarà più chiara.

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