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Che cosa ci faceva Francesco Vitale, 45enne di Bari, sulla terrazza di un palazzo popolare alla Magliana a Roma e, soprattutto, perché è precipitato di sotto perdendo la vita? Sono le domande a cui stanno cercando di dare una risposta i carabinieri dell'Eur e del comando provinciale di Roma, in attesa anche dell'esame autoptico disposto dalla Procura. Un suicidio (ma a quanto pare, almeno secondo i familiari, l'uomo non avrebbe mai manifestato tali propositi), oppure qualcuno lo ha spinto nel baratro al termine di una lite o, ancora, lo ha fatto di proposito? E di nuovo: per quale motivo?
Chi era
Francesco Vitale, per gli amici "Ciccio", noto come pierre delle discoteche pugliesi ma anche di locali cult come l'Amnesia a Ibiza, precedenti di polizia per spaccio, potrebbe essere stato vittima di un tentativo di sequestro lampo ai fini della richiesta di un riscatto. È questa una delle ipotesi al vaglio dei carabinieri dell'Eur che indagano sulla misteriosa morte dell'uomo, residente a Bari, che mercoledì mattina, dieci minuti prima di mezzogiorno, è precipitato dalla terrazza condominiale di un edificio popolare alla Magliana, schiantandosi al suolo da un'altezza di 20 metri. Il fratello ne aveva denunciato la scomparsa: non era più rientrato a casa e ciò che più teneva in ansia chi lo conosceva erano le confidenze su dei debiti, conti in sospeso, che l'uomo avrebbe avuto con alcuni stranieri, forse pakistani, vicini a consorterie criminali d'alto rango e dedite allo spaccio. E probabilmente mercoledì Ciccio aveva un appuntamento.
La pista
Ma che cosa è successo? E come mai è finito nella Capitale a più di 400 chilometri dal luogo dove viveva con la compagna? Di sicuro c'è chi lo conosce è convinto che Ciccio non si sia suicidato. E stranamente, accanto al suo corpo non è stato rinvenuto né il telefonino che aveva sempre con sé, né il portafoglio con i documenti, solo alcuni euro che aveva in tasca.
Come detto, l'ipotesi è che il 45enne sia stato vittima di un tentativo di sequestro, di quelli che la mala mette in atto per rientrare del denaro non avuto.
La dinamica
Sono le 11.50 di mercoledì quando un passante sente prima un tonfo sordo, si gira e vede cadere a terra una persona. «È precipitata dall'alto, ha prima colpito una pennone, una bandiera esposta su un balcone, quindi si è schiantato a terra», ha raccontato ai primi soccorritori arrivati sul posto. Gli operatori sanitari del 118 hanno tentato il tutto per tutto per rianimarlo, ma inutilmente. Il luogo è un cortile condominiale, uno spazio abbastanza angusto tra due caseggiati di edilizia popolare al civico 40 di via Pescaia. La vittima è ben vestita, quando i militari dell'Arma cominciano a ispezionare il corpo, si rendono conto che non ha con sé il portafoglio, né i documenti, nemmeno il cellulare, solo pochi soldi in tasca. Quel che più inquieta è che nessuno degli inquilini dei caseggiati sembra conoscerlo. I carabinieri bussano porta per porta, ma quell'uomo dell'età di circa cinquant'anni per tutti in quest'angolo di Roma è come un fantasma. Il mistero si infittisce: perché il medico legale a un primo esame esterno spiega che non ci sono segni visibili di violenza sul corpo. Osservata la perpendicolare e il movimento di caduta, si ipotizza che la vittima si sia sporta proprio dalla terrazza all'ultimo piano. Solo ieri pomeriggio, dopo la comparazione delle impronte digitali alla banca dati delle forze dell'ordine, è emersa la sua identità: quella di Vitale, appunto, residente a Bari, a oltre 400 chilometri di distanza.
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