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Un sistema di frode mirato all'ottenimento di vantaggi fiscali indebiti e consistenti, connessi all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Bari e della Compagnia di Monopoli, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese.
L'indagine ha coinvolto sette società che operano nel settore della lavorazione del legno e nel commercio all'ingrosso di pallet, che hanno sottratto a tassazione oltre 26,5 milioni di euro.
Le imprese fantasma
Le imprese, pertanto, sarebbero state costituite al solo fine di consentire ad altri operatori economici, di evadere le imposte attraverso la falsa giustificazione contabile dicessioni di beni mai avvenute. È stata stimata una imposta evasa al Fisco (Irpef, Ires e Iva) superiore a 13 milioni di euro. Sono 10 le persone, tra amministratori di fatto e di diritto, denunciate, a vario titolo, per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa o infedele dichiarazione, occultamento e istruzione di documentazione contabile.
Al provvedimento cautelare reale emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura, con contestuale sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie e dei beni immobili e mobili registrati degli amministratori, si affiancano ulteriori proposte di sequestro al vaglio dell'Autorità Giudiziaria. La sinergia delle Fiamme Gialle baresi con i Reparti del Corpo di Campania, Lazio, Veneto, Abruzzo e Lombardia aveva consentito, nelle fasi preliminari dell'indagine, l'individuazione del principale promotore della organizzazione criminale, localizzandone la cellula nel campano e definendone modus operandi e ruoli.
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