Assolto in appello, «per non aver commesso il fatto», il 70enne Rocco Lagioia, imputato per l’omicidio volontario del genero, il corniciaio 38enne di Valenzano,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nei confronti di Lagioia è stata disposta l’immediata revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, alla quale era sottoposto da circa un anno dopo quasi 3 trascorsi in carcere. Lagioia era stato ritenuto inizialmente colpevole di omicidio volontario e occultamento di cadavere e condannato nell’ottobre 2017 dalla Corte di Assise alla pena di 16 anni di reclusione. In appello la procura generale aveva chiesto il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, esclusa in primo grado, e la condanna a 24 anni di reclusione. Stando alle indagini dei Carabinieri, Leopardi sarebbe stato ucciso il primo ottobre 2014, la stessa mattina della scomparsa subito denunciata dalla moglie, poi il corpo bruciato e abbandonato in campagna alcune ore più tardi. Gli investigatori hanno ritrovato il suo corpo carbonizzato e ridotto in frammenti quattro giorni dopo, il 5 ottobre, in una campagna non lontana dalla sua abitazione. I difensori dell’imputato hanno sostenuto l’assenza di tracce riconducibili alla vittima nel luogo in cui, secondo la ricostruzione accusatoria, era stata ammazzata dal suocero, contestando anche l’orario presunto della morte: non la mattina, come ipotizzato dagli inquirenti, ma nel primo pomeriggio, momento in cui l’imputato è dimostrato che fosse altrove. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia