Avrebbero tentato di vendicarsi nei confronti del capo clan che li aveva "epurati" perchè, a suo dire, non avrebbero gestito al meglio alcune attività...
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In carcere sono finiti Luigi Tropeano, di 23 anni, Vincenzo Surriano di 33 e Francesco Natilla di 36 anni, che rispondono a vario titolo di tentato omicidio e detenzione di armi da fuoco con l'aggravante di aver voluto favorire un clan. Le indagini, supportate da attività tecniche e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di documentare la scissione e il successivo conflitto all'interno del clan Conte, operativo nella zona 167 di Bitonto. La frizione sarebbe maturata subito dopo l'operazione Argo, portata a termine il 24 agosto 2012 con l'esecuzione di due distinte misure cautelari nei confronti di 11 persone, quando il capo clan Domenico Conte, 46 anni, all'epoca detenuto, avrebbe ritenuto che i suoi uomini di fiducia non avessero gestito al meglio i traffici illeciti, in particolare quello di droga. Così, una volta scarcerato, Conte avrebbe dato il via ad una drastica riorganizzazione del clan epurando alcuni elementi di spicco.
Dei due tentati omicidi contestati agli arrestati, uno è quello compiuto il 17 agosto 2015 proprio ai danni di Conte, che riuscì a sfuggire miracolosamente ad alcuni colpi di pistola. L'altro episodio contestato nel provvedimento di arresto è il duplice tentato omicidio di Vito Antonio Tarullo, di 32 anni, e Arcangelo Vitariello, di 20 anni, ritenuti "fedelissimi" di Conte, avvenuto il 18 ottobre 2015. In quella circostanza, all'interno di un luna park allestito in occasione della festa patronale, Tarullo e Vitariello vennero feriti con numerosi colpi di arma da fuoco agli arti inferiori. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia