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Rapporti abituali nonostante due diffide formali. I giudici revocano la qualifica alla guardia giurata. «Frequenta pregiudicati». Le guardie giurate, pur non appartenendo alle forze di polizia, "devono risultare in possesso di requisiti accertati, afferenti la sfera morale e la capacità professionale".
Ricorso respinto
Per questo il Tar di Bari ha respinto il ricorso presentato da un uomo, in possesso del titolo di guardia giurata dal 2014, contro il provvedimento della prefettura con cui lo stesso titolo - che va rinnovato periodicamente - gli era stato revocato nel 2023 a causa delle sue ripetute frequentazioni con pregiudicati.
I richiami formali
Eppure, "nonostante i formali richiami e inviti trasmessi dall'amministrazione", l'uomo "ha continuato a intrattenere rapporti con diversi soggetti gravati da precedenti" per "traffico, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, di armi, furto, truffa e altri reati di significativa gravità". Frequentazioni che sarebbero state accertate in dieci occasioni tra il 2021 e il 2023. Il Tar ha quindi sottolineato come "coloro che aspirano a ottenere o conservare la qualifica di guardia giurata devono essere consapevoli del corrispondente obbligo a seguire una condotta improntata al massimo rispetto della legalità ed alla più risaltante integrità e probità, evitando con accortezza situazioni ambigue e, comunque, non adeguate ai compiti propri delle guardie giurate".
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