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Quello che arriverà in Consiglio oggi (in prima convocazione e domani in seconda in caso di assenza di numero legale) è il primo (e ultimo) vero e proprio atto di programmazione urbanistica della città di Bari, a firma del sindaco Antonio Decaro. Una anticipazione (salvo rinvii della discussione) di quel Pug (il piano regolatore) che non è stato ancora adottato. Si tratta del Piano urbanistico esecutivo Bari Costa Sud che non riguarda solo il grande parco costiero da 6 chilometri, finanziato con fondi Pnrr, ma anche altre zone della città, da Sant’Anna a Japigia. Con un unico obiettivo: ricompattare Bari, evitando la nascita di nuovi quartieri “satelliti”.
Il Piano Urbanistico
Il piano urbanistico di Costa Sud nasce proprio dall'esigenza di revisione delle previsioni urbanistiche del Piano Quaroni approvato nel 1976. “ Il disegno di quel piano, inattuato per ampie porzioni, insiste tutt’oggi, in modo incongruente, sul territorio agricolo minando sia la possibilità di tutela e valorizzazione del paesaggio che la capacità di riconversione a fini agricoli dei suoli periurbani in parte abbandonati”, si legge nella delibera in discussione oggi.Il Pue Bari CostaSud, a partire dalla proposta ideativa vincitrice del concorso, si fonda “sulla concreta possibilità di costruire lo sviluppo futuro della città ed in particolare di Costa Sud come una città-paesaggio e costituisce un piano esecutivo di iniziativa pubblica in variante allo strumento urbanistico vigente”.
Le zone interessate
Quattro le zone interessate: Japigia vecchia, Torre Quetta, Sant’Anna e Japigia nuova.
Il sindaco Antonio Decaro ha illustrato più volte le ragioni alla base del progetto di Costa Sud. Il piano è di spostare volumetrie da zone “periferiche” in modo da non fare nascere nuovi quartieri satelliti (con tutte le conseguenze del caso legate anche all’attivazione di nuovi servizi) a zone più centrali. Diversi gli esempi che sono stati presentati: la maglia 21 o il terzo comparto di Sant’Anna. Così come gli stessi suoli di Punta Perotti e Torre Carnosa: via le volumetrie, restituendole (in modo ridotto) in altre zone come ad esempio a Japigia (nelle vicinanze dell’Its Cuccovillo). Costa Sud nasce quindi dal presupposto di riconnettere il lungomare (che vive in un profondo degrado urbanistico e sociale) garantendo anche il rapporto città- campagna. E con Costa Sud le volumetrie sono state ridotte del 50 per cento e il consumo del suolo del 60 per cento.
Per Punta Perotti si partiva da una volumetria di 750mila metri cubi, con una riduzione di circa 531mila: le volumetrie si fermano quindi a 218mila metri cubi (con riduzione di oltre il 70 per cento) e un risparmio del suolo del 100 per cento. A Torre Carnosa la riduzione delle volumetrie è stata del 77,44 per cento. In Consiglio arriveranno anche i due lotti rimasti di Costa Sud, i più problematici, quelli corrispondenti alla zona dei suoli di Punta Perotti (per i quali sono diverse le contestazioni da parte dei proprietari in merito al calcolo dell’indennità) e di Torre Carnosa. Come per Punta Perotti, anche per Torre Carnosa sono giunte osservazioni con le quali, in particolare, si chiede al Comune una compensazione più equa con lo spostamento delle volumetrie. Oggi il Consiglio sarà chiamato quindi ad approvare i progetti di fattibilità dei due lotti con l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio. Previsto anche il “secondo passaggio”, quello definitivo per il lotto 5, il parco reticolare.
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Quotidiano Di Puglia