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Eliminato sparandogli al volto. Quattro proiettili che non hanno lasciato scampo a Raffaele Capriati, 40 anni, ucciso la sera di Pasquetta in una strada buia di Torre a Mare, via Bari: i funerali si svolgeranno questa mattina (5 aprile), in forma privata, al cimitero monumentale di via Crispi, come annunciato ieri mattina dal prefetto Francesco Russo a margine del comitato per l'ordine e per la sicurezza pubblica. La salma è stata restituita ai parenti in serata, al termine dell’autopsia svolta nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari dal professor Francesco Vinci in un'indagine coordinata dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede.
L'autopsia
Bocche cucite sul caso che si è rivelato particolarmente complesso per i medici: durante il sezionamento del cadavere sono state svolte anche ulteriori analisi di laboratorio. Secondo i primi risultati dell’esame autoptico la vittima sarebbe stata trafitta da quattro colpi. Tre hanno colpito il figlio di Sabino Capriati in pieno volto: «Lello», infatti, potrebbe essersi accorto dell’arrivo dei killer in sella ad uno scooter di grossa cilindrata o, semplicemente, potrebbe essersi voltato dopo essere stato chiamato. Gli assassini sono entrati in azione sparando dritto al bersaglio, in quello che sembra un omicidio premeditato, non un raptus o un delitto d'impeto.
La donna
Il 40enne era in auto con una donna «alta e bionda» secondo due testimoni oculari, «non una sua parente, forse la sua compagna», rintracciata dagli inquirenti, quando, mentre era seduto al posto del passeggero, è stato colpito da tre colpi di pistola al volto e uno alla spalla.
Parenti e persone vicine ascoltate dagli inquirenti
Dalla notte di Pasquetta a ieri gli agenti della Questura hanno ascoltato parenti e persone vicine alla vittima, in modo particolare attorno a piazza San Pietro, nella città vecchia, da sempre feudo dei Capriati, ma anche chi potrebbe avergliela giurata al punto da tendergli un agguato a due passi da Japigia, dove il 21 novembre 2018 fu ucciso suo fratello Mimmo mentre rincasava. Questa mattina, alla benedizione della salma, saranno presenti anche gli agenti della squadra mobile per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Gli stessi, che fra timori e omertà e sotto il coordinamento del primo dirigente Filippo Portoghese, stanno ricostruendo lo scenario in cui è maturato l'agguato. Potrebbe essersi trattato della conseguenza di una lite tra giovani Capriati e Strisciuglio in cui «Lello» si sarebbe intromesso in difesa dei suoi rampolli («d'altronde, considerando il suo profilo criminale non è escluso che si fosse messo in mezzo», è il ragionamento degli investigatori) o di un regolamento di conti per la gestione degli affari illeciti. In particolare quelli legati alla vita notturna. Dai locali alla droga, il business si accende al calar del sole.
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