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Gli analisti del settore immobiliare lo classificano come "il caso Bari". Il capoluogo pugliese va infatti contro corrente in Italia: è considerato, secondo l'ufficio studi del portale Immobiliare.it, un territorio a sé stante per la compravendita di immobili (il primo per i costi superiori delle periferia rispetto al centro). Mentre nelle grandi città italiane, infatti, spostarsi a vivere nelle zone più periferiche solitamente presenta dei vantaggi a livello economico, questo non succede a Bari. Qui infatti per la vendita si parla di quello che è definito come "un surplus di periferia": quindi acquistare casa in uno dei quartieri fuori dalla prima cerchia cittadina costa l’8% in più rispetto al centro storico (2.107 euro al metro quadro a fronte dei 1.945 euro al metro quadro). Per quanto riguarda invece la locazione, i prezzi nei quartieri più decentrati si abbassano dell’11% rispetto a quelli afferenti al centro città (12,1 euro al metro quadro a fronte dei 10,8 euro al metro quadro della periferia). I quartieri del centro analizzati dall'ufficio studi sono il Borgo antico – Murat, Marconi – Libertà, mentre quelli della prima periferia e quindi quelli considerati (in media) più costosi sono Fesca – San Girolamo, Poggiofranco – Santa Caterina, Picone – Carassi.
I prezzi: ecco perché
Ma il cosiddetto “caso Bari” è presto risolto.
Le altre città
Immobiliare.it Insights, la proptech company del gruppo di Immobiliare.it, il portale immobiliare italiano, specializzata in analisi di mercato e data intelligence, ha messo a confronto i costi di acquisto e di locazione nel centro urbano e nella periferia di altre principali città italiane. Lo “sconto periferia”, quello che in pratica a Bari non si applica, è più alto a Milano. Nel capoluogo meneghino acquistare un appartamento nella cerchia più interna della città costa di media 7.336 euro al metro quadro mentre oltre la linea della circolare 90/91 la cifra si abbassa a 3.833 euro, una differenza pari quindi al -48%. Se si vanno a vedere le cifre della locazione lo sconto periferia praticamente si dimezza, passando al -23%. Infatti, se per la zona più centrale ci vogliono, di media, poco meno di 25 euro al metro quadro per affittare una soluzione abitativa, fuori ne servono comunque 19,2 euro. Situazione simile nella Capitale: se acquistare casa nella prima periferia romana mediamente costa il 47% in meno rispetto al centro dell’Urbe (5.346 euro al metro quadro a fronte di 2.851 euro), quando si guarda all’affitto lo sconto si assesta sul -32%. «Molto spesso, il canone d’affitto non è proporzionale al valore dell’immobile locato – commenta Antonio Intini, chief business officer di Immobiliare.it – Nella maggioranza dei casi, infatti, la cifra richiesta dal locatore viene determinata maggiormente delle caratteristiche intrinseche dell’abitazione, come dimensioni, numero di locali, piano, più che da quelle estrinseche come il prestigio dell’edifico o l’appetibilità stessa della zona. Questo spiega perché sia molto più conveniente, a parità di altre caratteristiche, mettere a rendita un immobile situato in periferia rispetto a uno nel centro città».
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