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Probabilmente è «il più importante sequestro di armi mai effettuato nel Paese», commenta a caldo il procuratore di Lecce, Leonardo Leone de Castris, che non ama mai sbilanciarsi. E i numeri sembrano dargli ragione. L'arsenale da guerra è stato trovato in un nascondiglio di una masseria di Andria, nel nord Barese.
I numeri del sequestro record
È composto da 65 fucili mitragliatori d'assalto (Uzi, kalashnikov AK 47, M12, AR15), 33 fucili (tra cui carabine di precisione), 99 pistole, mine anticarro, bombe a mano, circa 300 detonatori e 10 silenziatori per pistole.
L'ipotesi del collegamento con l'arresto dell'ex gip De Benedictis
Poiché è emerso un collegamento già all'attenzione dei magistrati salentini, gli atti sono stati inviati alla Dda di Lecce che oggi ha deciso di intervenire per sequestrare l'ingente arsenale da guerra. Sulle armi saranno avviate perizie per risalire alla provenienza, alla destinazione e all'effettiva titolarità. Il procuratore di Lecce parla di un «eccezionale quantitativo di armi ed esplosivi», rivolge un «sentito plauso» agli agenti della Squadra Mobile di Bari «per la grande professionalità dimostrata nella complessa indagine» e ringrazia le Procure di Bari e Trani per la «consueta collaborazione», ma non spiega né come si è arrivati a quel nascondiglio, né quale sia la competenza ad indagare dei magistrati salentini sul territorio barese. Si tratta dell'ennesima operazione clamorosa dei pm leccesi dopo l'arresto per corruzione in atti giudiziari del gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, che proprio oggi è stato interrogato a lungo in carcere. La nuova indagine potrebbe infatti essere nata da una costola del procedimento nei confronti dell'ex gip, anche se sono da valutare gli eventuali punti di contatto. In Procura, a Lecce, massimo riserbo.
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Quotidiano Di Puglia