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Nella sede della Cgil di Santeramo in Colle, in provincia di Bari, compare un cartello con "l'obbligo" di votare i candidati Pd. E il partito prende le distanze. Ma la Cgil ribatte: «E’ fin troppo evidente che non possa trattarsi di una iniziativa nota alla Cgil. Verifiche per individuare i responsabili».
Il cartello all'interno della sede della Cgil
Alle prossime elezioni amministrative - il 12 giugno - infatti si presenterà anche una candidata della Cgil.
La posizione del Pd
Un "suggerimento" che non è piaciuto al Partito Democratico cittadino che ha preso le distanze. "Il Partito Democratico di Santeramo sempre corretto nello svolgimento della campagna elettorale - legge in una nota -, appena venuto a conoscenza di un volantino invitante al voto impropriamente affisso presso la sede della CGIL, è intervenuto per la sua immediata rimozione".
In un lungo post su facebook i dem condannano il comportamento «di chi ha contravvenuto alla buona norma di tenere ogni sindacato al di fuori della contesa elettorale. Il Partito Democratico è impegnato a trattare temi quali la centralità della persona, il lavoro, il sostegno alle famiglie, della questione ambientale, del diritto alla salute, del sostegno ai disabili e dell'integrazione del migrante».
Quindi l'invito agli elettori ad un voto responsabile «basato sulla attenta valutazione dei programmi e dei candidati, sulla loro competenza e storia personale auspicando una scelta consapevole e libera».
La risposta della Cgil
«E' fin troppo evidente che non possa trattarsi di una iniziativa nota alla Cgil», commenta la segretaria generale della Cgil di Bari Gigia Bucci. E mentre il manifesto è stato immediatamente rimosso, il sindacato annuncia delle verifiche: «Stiamo facendo le opportune verifiche - prosegue Gigia Bucci - e qualora dovessimo individuare delle responsabilità adotteremo eventuali provvedimenti. Ma è talmente non verosimile la possibilità che il sindacato dia indicazioni di voto, da doversi ricondurre una siffatta condotta ad una improvvida iniziativa di qualcuno a titolo personale - conclude la segretaria - che abbiamo immediatamente stigmatizzato e fatto rimuovere perché come sempre rispettosi difensori delle regole democratiche soprattutto in momenti delicati come quelli delle competizioni elettorali. Quindi si evitino speculazioni».
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