Azienda riscuoteva contributi pubblici indebitamente: sequestro da mezzo milione di euro

Foto di repertorio
Sequestrati 570mila euro a un'impresa di Altamura. I finanzieri della Compagnia di Altamura hanno dato esecuzione in mattinata al sequestro preventivo, emesso dal...

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Sequestrati 570mila euro a un'impresa di Altamura. I finanzieri della Compagnia di Altamura hanno dato esecuzione in mattinata al sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari su richiesta dell’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Roma. Il provvedimento cautelare giunge al termine di un’attività di indagine coordinata dalla Procura Europea ufficio di Roma nei confronti di un cittadino italiano e di una società beneficiaria di un finanziamento comunitario concesso nell’esercizio finanziario FEAGA 2019, relativo alla gara a procedura aperta per l’affidamento dell’appalto della fornitura e distribuzione di latte alimentare e prodotti lattiero-caseari, nonché nella realizzazione di misure educative di accompagnamento, in favore degli allievi degli istituti scolastici di primo grado italiani.

La ricostruzione

Nel caso specifico, al fine di eseguire e gestire l’appalto pubblico, è stato costituito un Raggruppamento Temporaneo di Imprese di cui la mandataria, per ottenere indebitamente il contributo europeo, ha fittiziamente palesato il pagamento delle fatture nei confronti di una delle società di detto RTI.
Difatti, al fine di conseguire l’erogazione delle risorse economiche, una volta terminata la fornitura dei prodotti oggetto dell’appalto, occorre presentare apposita domanda che deve comprendere, tra l’altro, documenti giustificativi relativi alle spese sostenute; così come avviene per tutte le misure previste dal FEAGA.
I militari della Guardia di Finanza hanno svolto complesse attività investigative, nel corso delle quali sono stati approfonditi i rapporti economici intercorsi tra la mandataria e le altre società ed in particolare, oltre all’analisi della documentazione acquisita nell’ambito del controllo, sono stati analizzati i conti correnti bancari dai quali sono emerse evidenti discrasie. Nessuna fattura, infatti, con riferimento ai rapporti intercorsi con una delle società del RTI è risultata realmente pagata.


Nel caso di specie è risultato evidente come la mandataria abbia posto in essere artifici e raggiri, annotando in contabilità false attestazioni di pagamento per fatture emesse e modificando artatamente gli estratti di conto corrente nella causale e negli importi.
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Quotidiano Di Puglia