Non parlava da quella notte del 24 agosto 2016, quando il terremoto ad Amatrice uccise quasi 300 persone: Serena D'Amico, 15 anni, ha finalmente rotto il silenzio, proprio...
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Terremoto, altra scossa in Molise: sono 190 dal 14 agosto
La sua professoressa di italiano, storia e geografia, Maria Flavia Perotti, aveva sempre sperato in una sua guarigione: «Succedeva sempre nell’ora di geografia. Tra gli argomenti c’era anche il tema del terremoto: quando intuiva che potessi parlare dell’argomento, Serena si alzava e senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla», racconta. Ma lo scorso 6 dicembre, nel compito in classe con traccia Inventa un racconto a piacere, Serena ha deciso che il silenzio poteva finire: in quel tema parlò di sua nonna, «la persona più importante al mondo», rimasta anche lei sotto le macerie della sua palazzina a tre piani.
IL TEMA STRAZIANTE «Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della vita. A volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno», scriveva Serena. «Rientrai attorno alle 23.45.
«Ero rimasta immobile, paralizzata. Non sapevo cosa fare, vidi solo le figure di mio fratello e mia madre che mi strattonavano, cercando di portarmi fuori casa. Le persone intorno a me urlavano e piangevano. Il mio volto era impassibile: sembravo un fantasma, il cuore ancora a mille. Salimmo in macchina per andare al centro del paese ed è lì che il mondo mi crollò addosso». Poi il tragico ricordo di quanto accaduto alla nonna: «Il palazzo di mia nonna di tre piani era diventato un cumulo di macerie di due metri. Non ci credevo, non volevo crederci e tutt’ora non ci credo. Se la sera prima avessi saputo che l’avrei abbracciata per l’ultima volta, giuro che l’avrei stretta più forte e sarei rimasta con lei».
E ancora: «È una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma. Utilizzo i tempi al presente perché lei non merita di essere ricordata al passato. Io non accetterò mai che se ne sia andata così, senza salutare. Ne parlo ogni giorno e ho la certezza che lei è con me sempre, anche adesso che sto scrivendo questo». La professoressa racconta: «Dopo quel tema Serena si è sbloccata prendendo parte alle lezioni. Ha iniziato a raccontare della sua vita ad Amatrice, di com’era prima del terremoto e così via. Il tema ha segnato una sorta di rinascita alla vita per la ragazza». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia