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Roberto Vecchioni parla per la prima volta della scomparsa di suo figlio Arrigo, morto a 36 anni, lo scorso aprile. In un’intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera, in occasione dei suoi 80 anni compiuti proprio oggi 25 giugno, il cantautore confessa che la morte di Arrigo è stata «una cesura tra una vita e un’altra, lo è stato ancora di più per mia moglie».
Il figlio morto
«Non l’ho presa come un’ingiustizia. Questo no, assolutamente no – spiega Vecchioni – Mi viene in mente Eschilo che diceva: “Si impara soffrendo”. Forse dalla felicità non si impara un cazzo. Si impara solo soffrendo, sperando di tornare alla felicità. È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali. E poi lo sento dentro fortissimo, mio figlio».
La malattia
«Lui era bipolare, ho una metafora: un giorno, tornando dall’ospedale vicino Piacenza dove lui andava a fare terapia, abbiamo preso la Statale per andare a Desenzano ed era piena di autovelox.
La moglie
Daria Colombo è la moglie di Roberto Vecchioni e madre dei quattro figli: Arrigo, Edoardo, Francesca e Carolina. Un grande amore quello tra il cantautore e la donna a cui è legato da più di 40 anni. «Il grande, grande amore per mia moglie è uno dei momenti più belli della mia vita. L'averla vista, incontrata. Quell'istante conteneva tutto quello che sarebbe stato dopo. Avevo già nella mente l'amore fisico, mentale e spirituale che era sempre per lei, era lei. Da quei trentasette anni che avevo, ha riempito la mia vita. Fino ad oggi. Chiamerei quel ragazzo di trentasette anni e gli direi: "Guarda quella ragazza, falla voltare, parlale. Lei ti cambierà la vita».
La figlia omosessuale
La figlia Francesca confessò la sua omosessualità al padre quando aveva 15 anni. «Quando venne da me impaurita sussurrando ‘Papà ti devo dire una cosa’. Le chiesi: ‘Che c’è? Sei drogata? Ti sei innamorata di un assassino? No? Allora vaf…, mi hai fatto prendere un colpo’. L’ho sempre saputo, e non ci ho mai badato - raccontò il cantautore anni fa - Credo che l’amore sia universale e ciascuno possa fare le sue scelte».
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