Morte di Cucchi, carabinieri accusati di omicidio. Tra loro un brindisino

Stefano Cucchi con la sorella Ilaria
La procura di Roma ha chiuso l'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi (avvenuta il 22 ottobre 2009) e ha contestato l'accusa di omicidio preterintenzionale ai tre...

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La procura di Roma ha chiuso l'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi (avvenuta il 22 ottobre 2009) e ha contestato l'accusa di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che lo arrestarono il 15 ottobre. I tre sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane geometra. Per altri due carabinieri sono ipotizzati i reati di calunnia e di falso. I militari accusati di omicidio sono Francesco Tedesco, 35 anni, di Brindisi; Alessio Di Bernardo, 37 anni, di Venafro (Isernia); Raffaele D'Alessandro, 31enne di Villaricca (Napoli). I carabinieri che dovranno difendersi dalle accuse di calunnia e falso, invece, sono Vincenzo Nicolardi, 48 anni, di Pulsano (Taranto), e Roberto Mandolini, 45 anni, di Roma. Tutti, all'epoca dei fatti, erano in servizio presso il comando stazione di Roma-Appia; Mandolini ne era il comandante interinale. Ai cinque indagati è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini.


Secondo l'accusa Tedesco, Di Bernardo e D'Alessandro avrebbero prima arrestato Cucchi (che fu trovato con alcune dosi di droga), poi lo portarono in caserma «spingendo e colpendo con calci e schiaffi il Cucchi e facendolo violentemente cadere in terra». Stando al referto del medico legale, le percosse cui il giovane geometra fu sottoposto gli procurarono «la frattura della quarta vertebra sacrale e della terza vertebra lombare». I tre, all'inizio, erano accusati di lesioni personali aggravate. Poi la Procura ha deciso per l'aggravamento della contestazione.

Su Facebook la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha commentato così: «Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia