Aquarius, scontro tra Italia e Malta. Di Maio: «Ue sia solidale, siamo soli»

La nave Aquarius con a bordo 629 migranti soccorsi nelle ultime ore deve approdare a Malta perché è quello il «porto sicuro» più vicino al luogo...

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La nave Aquarius con a bordo 629 migranti soccorsi nelle ultime ore deve approdare a Malta perché è quello il «porto sicuro» più vicino al luogo dove si trova l'imbarcazione, che il ministro Salvini non ha autorizzato a sbarcare in Italia. Sono ultimativi i toni della richiesta che il Governo italiano ha rivolto alle autorità maltesi per invitarle a farsi carico del caso della nave dell'ong Sos Mediterranee, che vaga nel Mediterraneo in attesa di sapere dove portare il proprio carico di disperati. Malta «non può continuare a voltarsi dall'altra parte», scrivono in un comunicato congiunto i ministri Salvini e il pentastellato Toninelli, delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia costiera.


Di Maio: "L'Ue intervenga". «L'Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli. Mentre noi siamo stati disposti per anni ad accogliere migliaia di migranti, Malta non è disponibile ad accogliere centinaia. Questa Europa non è solidale e o l'Ue diventa solidale o è un problema per il Paese». Lo afferma il vice premier Luigi Di Maio al termine del vertice a Palazzo Chigi nel quale il governo ha affrontato il caso Aquarius. «Spero che le massime autorità intervengano e ci diano una mano», sottolinea.


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Conte, pressioni inutili. «Al premier maltese Joseph Muscat che ho contattato personalmente questa sera ho chiesto chiaramente che si facesse carico almeno del soccorso umanitario delle persone in difficoltà che si trovano sull'Aquarius. Muscat, pur comprendendo la situazione, non ha assicurato però alcun intervento anche in chiave umanitaria. Si conferma l'ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell'Europa, a intervenire e a farsi carico dell'emergenza». Lo afferma il premier Giuseppe Conte. «È stato disposto l'invio di due motovedette con medici a bordo pronti a intervenire al fine di garantire la salute di tutti gli occupanti dell'Aquarius che dovessero averne necessità». continua Conte che afferma anche che l'Italia è «sola e il patto di Dublino va rivisto».



Malta dice no. «Siamo preoccupati per la direzione presa dalle autorità italiane sull'Acquarius, che è in alto mare. Vanno manifestamente contro le leggi internazionali e rischiano di creare una situazione pericolose per tutti coloro che sono coinvolti». Così il premier maltese Joseph Muscat su Twitter sul caso dell'imbarcazione con a bordo oltre 600 migranti in cerca di un approdo.
 

Nessun accenno, nel comunicato, alla paventata chiusura dei porti italiani, ed anzi l'ultima frase («noi continueremo a salvare vite...») suggerisce che l'Italia continuerà ad accogliere, se necessario. Sta di fatto, però, che nave Aquarius peregrina ancora nel Mediterraneo «senza nessuna indicazione - dicono da bordo - di dove approdare». Sulla nave di Sos Mediterranee c'è anche il personale di Medici senza frontiere, che sta assistendo i 629 migranti soccorsi in sei operazioni, tra cui una particolarmente complessa, con un gommone che si è rovesciato facendo cadere in mare le 40 persone che lo stipavano. 
 
Sull'Aquarius ci sono anche 123 minorenni non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. «Non è pensabile», dice il personale della Ong, che la nave possa continuare per giorni la sua peregrinazione per mare. Anche perché, la preoccupazione principale di tutte le organizzazioni umanitarie, è che in questo contenzioso tra stati a rimetterci siano i migranti. «Oltre 750 morti nel Mediterraneo nel 2018: il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo», ammonisce l'Unhcr, mentre il «timore» di Msf è che «ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone».​​

LA MAPPA INTERATTIVA Aquarius, dov'è la nave migranti: la rotta in tempo reale


«Oltre 750 morti nel Mediterraneo nel 2018: il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo», ammonisce l'Unhcr, mentre il «timore» di Msf è che «ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone».​​
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