ROMA - «Talvolta si ha l'impressione che qualcuno tra di noi voglia giocare la carta del populismo. Perchè c'è una cosa che mi fa male, il fatto...
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«Ho molti limiti, ma sono orgoglioso della possibilità che mi ha dato il mio partito di cambiare il Paese - ha proseguito il premier - ho la data di scadenza perché ho detto che non farò più di due mandati, ma ho anche l'integrità di dire che chi ha qualcosa da dire su di me e sulla mia concezione del potere deve avere il coraggio di circostanziarlo. Mi prendo tutti gli insulti personali, ma non l'idea di essere come gli altri. Piaccia o no, qui c'è chi crede che la politica sia una cosa bella e non l'indegno e demagogico qualunquismo dei 5 Stelle o della Lega. La facile demagogia ha le gambe corte: se nel Pd volete discutere nel merito sono pronto a fare convegni e seminari, ma ci deve essere un punto: ci si può dire che non siamo in grado di governare, ma se qualcuno ha dubbi sulla nostra moralità, trasparenza o onestà ha sbagliato destinatario», ha sottolineato il premier attaccando anche la Procura di Potenza: «Le sue inchieste mai a sentenza».
Poi il premier ha illustrato la scelta del non voto al referendum sulle trivelle. «Sul tema dell'energia «prendiamo lezioni da chi parla di numeri e non con slogan astratti. Ad un certo punto - sostiene Renzi - da qualche parte l'energia dobbiamo prenderla e penso che sia meglio non sprecare l'energia che già c'è anziché continuare ad incrementare i portafogli dei russi e degli arabi. Vorrei invitare tutti a informarsi», ha aggiunto. «La discussione è su quella ventina di piattaforme attive entro le 12 miglia: se al termine della convenzione si possa o meno interrompere i lavori. Non sono nuove trivelle o perforazioni, ma piattaforme esistenti entro le 12 miglia che tirano fuori gas e olio. Se vince il sì ci sarà il procedimento di concessioni e autorizzazioni, se vince il no o non si raggiunge il quorum si potrà andare avanti finché petrolio e gas non finiscono».
Tra gli interventi più attesi, quello del Governatore della Puglia Michele Emiliano. E la sua è una replica durissima: «Parole imprudenti quelle sulla Procura di Potenza», ribatte. E lo implora: «Non ho dubbi sulla tua moralità, altrimenti non mi confronterei neppure. Io ho votato Renzi, non sono un pezzo della minoranza Dem e continuo a pensare che sia un uomo di grande valore e determinazione, utilissimo per l'Italia, ma ti chiedo di fare la cortesia di ascoltare anche qualcuno che ha i capelli bianchi, che studia le cose. Ti chiedo: ma il Pd si voleva porre la questione del referendum? Come è potuto accadere? Stasera ti ho sentito parlare di politica energetica finalmente. Era così complicato parlarne? Evitare questo referendum e parlarne? O c'era qualcosa dentro il Mise che voleva impedire di parlarne? Io spero che il referendum vinca, io voterò sì e dirò a tutti gli elettori di farlo e di non ascoltare l'indicazione del Pd».
Conclude Emiliano: «Ti hanno detto che la Puglia contrastava Tempa rossa? T'hanno detto una bugia. La Puglia aveva dato parere favorevole all'emendamento Tempa Rossa, te l'hanno mai detto? Forse insieme è possibile che si governi meglio il Paese, se ci parla, e lo dico senza altri fini».
La replica di Renzi. Nelle conclusioni di Matteo Renzi c'è per la prima volta un riferimento specifico a Emiliano: «Ho stima di Michele e grande rispetto, e non risponderò ad alcune sue frasi un po' volgari. Quel giorno in cui ero in un luogo di dolore mi hai dato del "venditore pentole" e poi oggi ci hai chiamati "schiavi delle lobby": sono parole che non ti appartengono e sei meglio di così. Noi ti vogliamo bene devi sentirti parte di questa comunità, non devi attirare così l'attenzione. Sono frasi talmente volgari da non essere sincere. Né dimenticherò mai i tuoi racconti da magistrato. Ma quando mi dici di studiare, bisogna avere consapevolezza dei numeri». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia