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SAN PIETRO DI CADORE (BELLUNO) - Da alcuni giorni la testa continuava a fargli male, così si è recato al pronto soccorso dell'ospedale di Pieve, dove sperava in una radiografia o in una tac, soprattutto per tranquillizzarsi. Ma nonostante la risoluta richiesta di essere sottoposto ad uno dei due esami, il cittadino è stato rinviato al medico curante. E, a distanza di una settimana dai primi dolori e a quattro giorni dal pronto soccorso, essi sono tutt'altro che scomparsi. L'emicrania persiste. Protagonista della disavventura all'interno dell'ambiente sanitario è Virginio Cesco Gaspere, di Presenaio, finanziere in quiescenza.
«Hanno eseguito il tampone, risultato negativo, per la ricerca del Covid racconta, non senza un pizzico di ironia. Aspetto molto importante. Poi mi hanno fatto accomodare nel corridoio. Dopo un'attesa di tre ore, avrei voluto ritornare a casa, ma non mi hanno lasciato. Mi hanno messo su una lettiga, dove sono rimasto un'altra ora, in attesa che il medico si liberasse. La mia attesa è stata comunque più breve rispetto a quella di altri cittadini, fermi dalla mattina fino a metà pomeriggio. Mi sono quindi alzato, con l'intenzione di tornare a casa, ma sono stato bloccato. Alla fine, tuttavia, non mi hanno effettuato né la tac né la radiografia. Quello che mi interessava era tranquillizzarmi sullo stato della mia salute».
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L'emicrania non passa
L'ex fiamma gialla non ha alcun dubbio: «Sembra che sia solo e più importante il covid19: tutto il resto passa in secondo piano».
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Quotidiano Di Puglia