L'e-mail inviata dalla Regione al ministero del Sud per chiedere lo sblocco di 2 miliardi porta la data del 27 giugno 2018, orario di inoltro 11.41. La lettera digitale...
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Nuovo Quotidiano di Puglia ha potuto verificare che, effettivamente, la lettera è stata spedita: la data è quella del 27 giugno 2018 alle 11.41, mittente il capo gabinetto della Regione, destinatario il Gabinetto del ministero. Una certezza, quindi, c'è: la mail è partita, cosa sia successo dopo non è possibile saperlo con certezza. Il ministro giura di non aver mai ricevuto questa lettera, lo ha detto con toni sicuri e arrabbiati lunedì scorso. Questa vicenda rischia di compromettere i rapporti tra Regione Puglia e ministero, il duro confronto tra Lezzi ed Emiliano fa presagire una chiusura del dialogo. Anche dall'entourage del governatore non escludono questa ipotesi e si dicono pronti a dialogare direttamente con la presidenza del Consiglio.
L'obiettivo resta uno, ottenere quei due miliardi bloccati a Roma e che la Puglia rivendica sin dai tempi del governo Renzi. Non è, quindi, una questione di lotta politica, in ballo ci sono investimenti importanti per diversi settori economici pugliesi. A farne le spese, insomma, potrebbero essere solamente agricoltori, operatori turistici, imprenditori del terzo settore. I due miliardi reclamati dalla Regione rappresentano una fetta del Fondo sviluppo coesione 2014-2020, il tesoretto nazionale utile ad accorciare il gap Nord-Sud. Il Fsc alimenta anche i Patti sottoscritti dal governo Renzi con le Regioni meridionali nel 2016: la Puglia punta da tempo all'integrazione di 2 miliardi rispetto ai 5,7 inizialmente previsti. Su questo tema, il ministro del Sud e il governatore Emiliano hanno avuto già modo di confrontarsi a Roma nel primo incontro ufficiale dopo la nascita del governo Lega-M5S: Lezzi aveva aperto il canale d'interlocuzione anche sui 2 miliardi, seppur con cautela. I due miliardi, nei piani del governo regionale, servirebbero a dare sostegno a più settori: verrebbero impiegati per incentivare le imprese agricole, per potenziare le iniziative sul turismo, per aiutare la rigenerazione urbana e poi per l'efficientamento energetico, ambiente, inclusione sociale. Le somme extra-Patto, si legge nella lettera inviata ma pare non arrivata, sono state assegnate ai ministeri e sono la stragrande maggioranza: «È vero che alcuni ministeri, soprattutto quello delle Infrastrutture (a guida Graziano Delrio, ndr) hanno concertato con le Regioni le modalità di spesa. Ma è altrettanto vero che molti altri ministeri hanno totalmente ignorato l'interlocuzione». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia