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La Fiat Punto di Filippo Turetta è all’estero e non vi sarebbero più segnalazioni di un suo rientro in Italia (almeno fino a ieri mattina). L’ultima è quella di un varco targa-system di Lienz, in Austria, e risale a mercoledì scorso. Non risulterebbero, invece, passaggi successivi in grado di certificare un rientro in Italia. Questo significherebbe che il 22enne in fuga da sabato, accusato di tentato omicidio nei confronti della ex fidanzata Giulia Cecchettin, starebbe ancora scappando e, soprattutto, che sarebbe riuscito a oltrepassare i confini nazionali. La polizia di Lienz, contattata, ha replicato con il più classico dei «no comment» per «non rischiare di inquinare le indagini italiane». Una strada che, evidentemente, il giovane di Torreglia non ha percorso a caso: il ragazzo non ha con sé un cellulare e la sua auto non è dotata di navigatore. Da buon appassionato di trekking in montagna, però, quelle zone le conosce bene. Per arrivarci, è passato per Piancavallo, Vajont, Palafavera, Passo Giau. A settembre, poi, c’era stato quel concerto, sempre in Austria. Lui e Giulia avevano comprato i biglietti quando ancora erano una coppia e, dopo essersi lasciati, avevano deciso di andarci comunque, ma da separati. Giulia insieme a sua sorella Elena in treno, mentre Filippo ci era arrivato in auto. Potrebbe aver memorizzato dunque il tragitto?
GLI AVVISTAMENTI
Questa sembra essere l’unica segnalazione ufficiale.
LA PREMEDITAZIONE
La procura, intanto, continua a seguire la pista della premeditazione. L’incredibile viaggio di Filippo ormai prosegue da una settimana e, chiaramente, sembra impossibile che sia riuscito a procedere per almeno 700 chilometri senza effettuare un pagamento elettronico e senza prelevare con il bancomat. Di sicuro deve aver comprato qualcosa per mangiare e deve essersi fermato per fare benzina: si stanno analizzando, quindi, anche le immagini di videosorveglianza dei vari distributori lungo il tragitto. La caccia all’auto, intanto, rimane aperta.
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