«Il coronavirus non esiste più». Parola di Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano, a Mezz'ora in...
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Il Consiglio superiore di sanità. «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal Professor Zangrillo con frasi quali il 'virus clinicamente non esiste più' e che 'Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità'». Lo afferma il presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli. «Basta guardare al numero di nuovi casi confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus». MAG - «Aver incrementato di molto i posti di terapia intensiva è un merito enorme del sistema sanitario nazionale, poiché ha permesso di offrire una risposta clinica a tanti malati che altrimenti non avrebbero potuto essere adeguatamente curati.
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Bassetti: il virus ha perso potenza. Il nuovo coronavirus «potrebbe ora essere diverso: la potenza di fuoco che aveva tale virus due mesi fa non è la stessa potenza di fuoco che ha oggi». Lo afferma all'ANSA il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, d'accordo con la posizione espressa da Zangrillo. «È evidente - sottolinea - che oggi la malattia Covid-19 è diversa: la presentazione clinica e il decorso sono infatti molto più lievi».
Lite sul virus, l'ira di Richeldi
«Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza». Lo afferma lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico. «È indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però dimenticato - rileva - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese». «Peraltro - afferma Richeldi - è bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno». «Del resto, basta vedere come purtroppo la situazione sia molto diversa in Paesi, come Russia, Messico o India, nei quali - conclude - queste misure non hanno potuto essere così efficaci e non hanno dato i confortanti risultati che vediamo nel nostro Paese». Leggi l'articolo completo suQuotidiano Di Puglia