Coronavirus Roma, sulla Tuscolana la lettera del negoziante cinese: «La mattina vado a scuola con te, non trattarmi come un virus»

«Sono un cinese che la mattina va a scuola insieme a te, che ti passa il compito di matematica all'esame, che ha fatto taglio e messa in piega a tua mamma». Inizia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Sono un cinese che la mattina va a scuola insieme a te, che ti passa il compito di matematica all'esame, che ha fatto taglio e messa in piega a tua mamma». Inizia così la lettera appesa a una vetrina di un negozio di via Tuscolana, a Roma. La foto è stata scattata qualche giorno fa da Luciana Angelini, presidente del comitato di quartiere di Torpignattara, è stata postata sui social e sta avendo un gran successo. A Roma ci sono oltre 2,8 milioni di residenti, i cinesi secondo gli ultimi dati dell'Anagrafe sono 19600, gli stranieri nella Capitale rappresentano il 13,4% della popolazione (dato 1° gennaio 2019).


Coronavirus, posti in terapia intensiva, rischio tutto esaurito con il boom di infetti

Coronavirus, il meterorologo Ernani: «Temporali e vento in arrivo potrebbero essere i killer del virus»

La paura del contagio del coronavirus ha fatto praticamentes vuotare i negozi gestiti dai cinesi che sono davvero tanti. E la lettera apparsa nella popolosa via Tuscolana, è un estremo tentativo di non isolare la comunità cinese. «Sono il solito cinese che fa parte della tua vita - si legge nella lettera - che ha pianto quando ha visto i morti del terremoto di Amatrice, che il sabato sera ti accoglie al ristorante cinese come uno di casa». E quindi l'accorata richiesta: «Non trattarmi come un virus, la diffidenza e il pregiudizio a volte uccidono più di un virus...».
 



  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia