Una lettera dall'avvocato, poi la visita dei vigili urbani. Sembra una delle solite dispute condominiali ma il caso che riguarda una famiglia di Ostia è più...
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La donna, mamma Francesca, ha raccontato come il periodo di chiusura in casa dovuto alle misure restrittive imposte dal governo in piena pandemia abbia visto nel figlio «strapparsi via tutte le sue sicurezze: negozi chiusi, scuola terapie assenti. Circostanze che lo hanno portato a essere ogni giorno sempre più triste, nonostante tutti i miei sacrifici nel trattenerlo». Da lì è nata l'idea delle bolle di sapone, che sono diventato un appuntamento fisso, anche contro la noia del momento. Più del dovuto secondo i vicini. «La sua passione, le vede formarsi colorate e grandi e poi le segue con lo sguardo mentre volano via, lontano chissà per quali cieli - spiega al Messaggero - Molte, però, non vanno lontano ma cadono giù dalla condomina del piano terra. Una settimana fa mi ha inviato una lettera a firma del suo avvocato, prima di allertare la polizia municipale che, se non si è provveduto alla pulizia del terrazzo sottostante, sarebbe pronta a notificarmi una sanzione».
Una notifica che va oltre le normali schermaglie tra condomini. «È anche una questione di dignità - ha concluso - quelle parole, l’arrivo dei vigili urbani mi hanno umiliata. Mi sono sentita come se io e mio figlio fossimo dei criminali. Lui ha sempre più bisogno di attenzioni e uno dei pochi modi per riuscire a distrarlo sono quelle bolle di sapone». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia