Ostia, bambino con autismo gioca con le bolle di sapone. La vicina chiama i vigili perché sporca il balcone

Ostia, bambino con autismo gioca con le bolle di sapone. La vicina chiama i vigili perché sporca il balcone
Ostia, bambino con autismo gioca con le bolle di sapone. La vicina chiama i vigili perché sporca il balcone
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Giovedì 27 Agosto 2020, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 15:21

Una lettera dall'avvocato, poi la visita dei vigili urbani. Sembra una delle solite dispute condominiali ma il caso che riguarda una famiglia di Ostia è più complesso. La colpa degli abitanti del piano superiore sarebbero le bolle di sapone che utilizza un bambino per giocare. Il risultato, secondo la signora del piano di sotto, sarebbe un balcone sporco. Il bambino che gioca con le bolle di sapone soffre però di autismo e questo nuovo passatempo lo ha imparato durante il lockdown, uno dei momenti più duri per la sua vita e per la vita della sua mamma. La storia è raccontata sul Messaggero a firma di Mirko Polisano. 

La donna, mamma Francesca, ha raccontato come il periodo di chiusura in casa dovuto alle misure restrittive imposte dal governo in piena pandemia abbia visto nel figlio «strapparsi via tutte le sue sicurezze: negozi chiusi, scuola terapie assenti. Circostanze che lo hanno portato a essere ogni giorno sempre più triste, nonostante tutti i miei sacrifici nel trattenerlo». Da lì è nata l'idea delle bolle di sapone, che sono diventato un appuntamento fisso, anche contro la noia del momento. Più del dovuto secondo i vicini. «La sua passione, le vede formarsi colorate e grandi e poi le segue con lo sguardo mentre volano via, lontano chissà per quali cieli - spiega al Messaggero - Molte, però, non vanno lontano ma cadono giù dalla condomina del piano terra. Una settimana fa mi ha inviato una lettera a firma del suo avvocato, prima di allertare la polizia municipale che, se non si è provveduto alla pulizia del terrazzo sottostante, sarebbe pronta a notificarmi una sanzione».

Una notifica che va oltre le normali schermaglie tra condomini. «È anche una questione di dignità - ha concluso - quelle parole, l’arrivo dei vigili urbani mi hanno umiliata. Mi sono sentita come se io e mio figlio fossimo dei criminali. Lui ha sempre più bisogno di attenzioni e uno dei pochi modi per riuscire a distrarlo sono quelle bolle di sapone».

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