Violenti e disposti a tutto. Forse troppo. Sono gli otto uomini che ieri mattina hanno provato a rapinare il furgone portavalori dell'istituto di vigilanza Aquila lungo l'autostrada A14, tra i caselli di Pescara ovest e Pescara nord. Pochi minuti di assalto criminale che hanno tenuto per ore in ostaggio del traffico i territori di tre province: Pescara, Chieti e Teramo. Proseguono senza sosta e nel massimo riserbo le indagini degli agenti della Questura di Pescara per far luce sull'assalto di ieri mattina. Le indagini avrebbero preso la direzione che porta alla malavita pugliese.
Il colpo andato a vuoto
Colpo andato a vuoto per il pronto intervento degli agenti della polstrada di Pescara e delle volanti della Questura pescarese. Al lavoro gli uomini della Mobile coordinati dal primo dirigente Gianluca Di Frischia che stanno acquisendo immagini e testimonianze per focalizzare ancora meglio il lavoro di intelligence.
Le indagini
Le indagini avrebbero preso la direzione che porta alla malavita pugliese. L'allarme anti rapina lanciato subito ha portato all'azione immediata della polizia e alla fuga dei banditi che hanno dovuto rinunciare ai quasi 300mila euro contenuti nel blindato. Le due guardie giurate che erano all'interno del furgone portavalori sono andate in ospedale per i problemi respiratori causati da una sostanza che sarebbe stata spruzzata dai rapinatori all'interno del blindato.
La testimonianza
Sono da poco passate le sette del mattino: il blindato con a bordo due guardie giurate viaggia in direzione nord lungo l'autostrada.
«Mi ha puntato l'arma contro - racconta il capo scorta - e mi ha detto ti sparo in testa. Era italiano, accento del sud». Poi il rumore delle sirene costringe i banditi a ripiegare. Si spaventano, risalgono a bordo di tre auto e si spostano di pochi chilometri: bruciano i mezzi e scappano facendo perdere le loro tracce. Nell'arco di pochissimi minuti al centro operativo della polizia autostradale e alla sala operativa della questura sono arrivate decine di telefonate. In direzione sud le macchine continuavano a poter passare e gli automobilisti hanno avvertito di quanto stava accadendo. Un altro vigilante in auto di servizio si è fermato, a distanza e, secondo una prima ricostruzione, anche contro di lui sono stati esplosi alcuni colpi. Insieme alla polstrada sono arrivate immediatamente le pattuglie della squadra volante, coordinate dal dirigente Pierpaolo Varrasso, poi gli agenti della scientifica e quelli della squadra mobile diretti da Gianluca Di Frischia.
L'intervento
L'intero dispositivo è stato organizzato e controllato dal questore Luigi Liguori. L'intervento è stato praticamente immediato: la rapidità, unita al comportamento delle guardie giurate, ha di fatto impedito che la rapina andasse a buon fine. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza le auto incendiate.
Adesso è tutto in mano agli investigatori, che già nel primo pomeriggio di ieri hanno ascoltato le due guardie giurate per avere un quadro chiaro della dinamica degli eventi. I rilievi hanno richiesto tempi lunghi e accortezze particolari: si sono sviluppati in quattro punti diversi dell'autostrada e hanno comunque consentito di raccogliere materiale. Su cui ora la squadra mobile sta già lavorando.