Società collegate, secondo l’accusa, da rapporti di fatturazione in parte gonfiata. Una “rete” famigliare riconducibile per la Procura e per il gip all’ex sindaco di Carmiano, e imprenditore, Giancarlo Mazzotta, finito al centro di una nuova inchiesta nell’ambito della quale ieri è stato emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente di somme per complessivi 12 milioni di euro.
Gli indagati
Nell’inchiesta è coinvolto anche il consigliere regionale di Forza Italia e figlio di Giancarlo, Paride Mazzotta.
La versione delle difese
«Sono sereno – dichiara Giancarlo Mazzotta – e ho fiducia nella magistratura. Sono convinto di poter chiarire tutto, come sempre fatto anche in relazione ad altre vicende». I difensori (Paolo Spalluto, Saverio Sticchi Damiani, Stefano De Francesco, Andrea Sambati) sono già al lavoro da ieri ed è ipotizzabile un immediata impugnazione al Riesame, tenuto conto che – quantomeno in relazione alla Madigest – è emerso che le questioni tributarie sono già state chiarite in altra sede, viene sostenuto. Quanto alle ipotesi accusatorie, si parla di un articolato sistema di fatturazione e sovrafatturazione, che sarebbe stato finalizzato per la Procura a documentare spese in realtà mai sostenute. Con conseguente evasione fiscale, per via delle dichiarazioni giudicate non corrette, e con l’ottenimento di benefici fiscali previsti. Un meccanismo in cui gli investigatori pongono al vertice Giancarlo Mazzotta, ritenendo di fatto le altre aziende satelliti e funzionali all’articolato sistema fiscale.
Accuse tutte da verificare. Va specificato che le strutture ricettive non sono minimamente intaccate dal provvedimento e continuano regolarmente a funzionare. La Barone di Mare è una nota attività turistica con sede a Torre dell’Orso, già coinvolta in una procedura di interdittiva da cui, proprio di recente, è uscita del tutto pulita.