Aveva una casa, una famiglia e un lavoro. Poi la guerra le ha stravolto la vita e l'ha costretta alla fuga in un paese straniero dove però, insieme all'accoglienza, ha trovato l'amore e un nuovo inizio. Svitlana Furman ha 48 anni e viene da Kiev e sabato, a distanza di due anni dal suo arrivo in Italia da profuga, sposerà a Trani l'uomo che le diede ospitalità quando tutto le sembrava perduto.
La storia
Tutto è iniziato a novembre del 2021 da un post pubblicato su Facebook pubblicato da quello che diventerà suo marito. Antonio Ratti, 53enne di Vieste, è alla ricerca di una badante per suo padre e decide di lanciare un annuncio sui social, al quale risponde Svitlana che però propone una sua amica. Lei il lavoro ce l'ha, insegna lingua inglese in una scuola materna della sua città. Di lì inizia uno scambio in chat fra i due che, con il passare delle settimane, si fa sempre più continuo. «Abbiamo iniziato a sentirci e a ogni messaggio cresceva la voglia di cercarci» spiega Antonio. Fino al messaggio di Lana come la chiamano - che lo gela: "It's war", è scoppiata la guerra. Era il 24 febbraio del 2022 e in Ucraina inizia l'invasione russa. Vladimir Putin ordina l'attacco e sulle città di Mariupol e Odessa piovono bombe. Esplosioni anche a Kiev dove la donna vive insieme ai suoi due figli, Katya di 22 anni e Anton di 18. Stravolti e spaesati decidono di lasciare il paese e cercare riparo altrove, non avrebbero mai pensato di diventare rifugiati. Il ragazzino rimane a Kiev insieme alla nonna mentre Svitlana sale su un treno insieme alla figlia, un viaggio di otto ore che le porta a Leopoli, sulla costa occidentale del paese. Ad attenderle in stazione c'è il fidanzato di Katya che, a bordo della sua auto, le accompagna in Ungheria, passando prima per la Polonia e poi per la Slovacchia. Un viaggio estenuante di quattro giorni.
A Budapest però le loro strade si dividono: Katya e il suo compagno partono per Parigi mentre sua madre si imbarca sul primo volo per l'Italia, destinazione Bari.